“The return” è la premiere ufficiale del ritorno di Twin Peaks con ben due puntate della durata di due ore, presentata in anteprima su Sky Atlantic in contemporanea con l’America (seppur i primi due episodi siano stati erroneamente messi on demand la mattina precedente).
Siamo tornati a Twin Peaks, dopo 25 (o 26) anni. Sta succedendo ancora. Preparatevi, fanatici e non, perché David Lynch è tornato con la madre di tutte le serie Tv, facendolo alla riscossa, con due nuove puntate da brivido. Attenzione SPOILER.
P.S: per evitarlo, passare a ”Un ritorno coi fiocchi”.
Si aprono le danze con la famosissima scena nella Loggia Nera di più di venti anni fa, la nota profezia dove Laura Palmer riferisce all’agente Cooper che si sarebbero incontrati di nuovo dopo 25 anni.
”I’ll see you again in 25 years”.
E così è accaduto.
Subito dopo, le note di ”Falling” suonate da Angelo Badalamenti, ci riportano immancabilmente, a casa, per poi lasciare spazio al gigante che detta già nuove simbologie all’agente Dale Cooper, bloccato ancora nella Loggia Nera. Una scatola di vetro assassina con dentro una figura bianca umanoide è a New York, con personaggi strambi, atmosfere insolite. La stessa figura apparsa misteriosamente nel cubo di vetro, massacra una certa Tracey con il ragazzo custode mentre fanno sesso. In South Dakota intanto, c’è il nostro BOB nei panni di Cooper che miete vittime e, sempre nella stessa città, Bill Hastings, un preside, viene arrestato per il singolare omicidio di Ruth Devenport, trovata massacrata e decapitata nel suo letto. Nella seconda puntata, invece, vediamo Bob uccidere ancora, tra cui una certa Darya. L’episodio due, però, è quasi totalmente ambientato nella Loggia Nera, tra flashback e nuovissime immagine e il ritorno di Laura Palmer e Mike.
Qui, l’evoluzione del braccio (il nano), spiegherà al Cooper buono che è arrivato il momento di uscire dalla Loggia e tornare nel mondo reale, ma prima, il suo doppio dovrà tornare dentro. Ma l’entità non vuole ritornare, non lo vuole, non lo vuole. Cooper, si ritroverà così nel famoso cubo di vetro presente nella prima puntata.
Tutto torna. Un brivido continuo, emozioni pure.
Un ritorno coi fiocchi
Quanto ci mancavano questo David Lynch e la collaborazione con Frost! Le cascate innevate e il Great Northern Hotel ritornano ancora, mostrandoci un Benjamin Horne invecchiato con suo fratello.
Immagini inquietanti fanno capolino e già ci terrorizzano. Si respira proprio aria di Twin Peaks ed è una regia magistrale, avente David Lynch style allo stato puro. Scene surreali, comparse atipiche… e già rivediamo, nei primi due episodi, attori e personaggi feticci, come Lucy Moran (Brennan), Sarah Palmer, James, Shelly, Andy, Hawk, Margaret (la signora ceppo) e il nostro estimato Dale Cooper, scomparso da 24 anni.
Sta succedendo davvero ed è incredibile.
“Le stelle girano e il momento si presenta“, dice la signora ceppo. E il momento, è arrivato.
Twin Peaks 3 è composto da lunghi silenzi, lunghi sguardi e da poche parole: tanta, tanta atmosfera.
La nostalgia è tanta ed è canaglia, i nostri feels vanno alle stelle e la maestria registica di Sir Lynch, si dimostra essere ancora la medesima: unica, originale, magnifica ed egregia. Le immagini sono psichedeliche, i personaggi estremamente lynchani e le musiche, alla ”Lost Highway”.
L’umorismo che aveva caratterizzato le prime due stagioni, non è più lo stesso e non c’è, dando spazio all’orrore e all’alone oscuro di ‘‘Fuoco cammina con me‘‘ e di tutti i film di Lynch mescolati in un’unica opera. Ogni scena è curata in ogni particolare, avendo avuto David carta bianca stavolta. E’ proprio come egli desiderava ed è proprio ciò che gli estimatori, si aspettavano. Un boom, un’esplosione: il Caos.
Come ci possiamo porre di fronte a un qualcosa di inaspettato, di nuovo? Siamo nell’orrore, nel cupo, in un luogo che ci ricorda quello che conoscevamo, ma non è più lo stesso. Tutto è cambiato ma allo stesso tempo, tutto è come sempre.
Questo nuovo Twin Peaks è come un unione di tutti i lavori mai fatti di David Lynch, una sorta di testamento per i fan, l’ultimo ennesimo lavoro e capolavoro. E sappiamo che non ci deluderà, ancora.