50 anni sono passati…
In realtà per noi comuni mortali ne sono passati 13; comunque un’enormità di tempo per Samurai Jack, serie animata che dal 2001 al 2004 fece furore su Cartoon Network con l’epica storia del nobile samurai contro il demone Aku, che in punto di morte scaraventa il nostro nel futuro, dove i suoi malvagi poteri sono impareggiabili.
Non è certo il plot a rendere Samurai Jack così speciale, quanto lo stile unico e innovativo, soprattutto a quei tempi: episodi dalle coreografie cinematografiche, una continua sperimentazione di generi; l’azione pura con il dialogo che decisamente è in secondo piano – forse alcuni minuti su intere stagioni! -, i toni discretamente dark per quello che a conti fatti è un cartone animato; e uno stile colorato, asciutto all’estremo, definitivo.
Ma dicevamo: 50 anni sono passati… ebbene, Samurai Jack migrando da Cartoon Network ad Adult Swim assume dei connotati ancora più maturi e dark (per inciso, per chi non ne avesse mai sentito parlare, abbiamo a che fare show del genere ‘cane satanista amante di cetrioli’. Sul serio. ). Ritroviamo Jack ormai disilluso e convinto che la battaglia contro Aku sia ormai persa per sempre. I portali temporali sono tutti stati distrutti, il suo passato è ormai irraggiungibile e, come ulteriore beffa, Jack ha smesso di invecchiare. Persa la leggendaria spada che può ferire Aku, ogni speranza nel tornare a casa è svanita.
Il nostro eroe arriverà persino a maturare pensieri di morte; del resto il Seppuku è l’alternativa a una vita disonorevole per un samurai votato al Bushido.
Non sono certo qui a spoilerare l’ultima avventura di questo iconico personaggio, ma a rimarcare come questa meriti di essere vista: un universo ricco e vasto di personaggi che spaziano dal fantasy puro allo steampunk; robottoni, creature mitologiche si amalgamano a azione, violenza e humor grottesco: in tal senso, il Villain dell’intera serie, portatore di morte e distruzione che va dallo psicologo per i problemi che ha con l’eroe è un perfetto esempio.
Imperdibile!