Alphonse fa riflettere, sorridere e commuovere, in sei episodi che sono racconto intimo di ricordi, insicurezze, bisogni e desideri.
La narrazione si dipana mediante sogni ad occhi aperti che si intersecano con la narrazione del reale.
Sono immagini erotiche quelle che vediamo, ma anche ricordi di un tempo trascorso ed irrecuperabile se non attraverso la simulazione di eventi passati.
Alphonse, il cinquantenne protagonista, aiuta le sue anziane donne a recuperare ciò che hanno perso: primi amori, unici, irripetibili e mai dimenticati.
Ma anche la possibilità di essere perdonate, perdonarsi e l’occasione di avere ciò a cui hanno dovuto rinunciare.
Una seconda occasione che porta la pace nelle vite delle donne descritte.
Le storie di “Alphonse” ci parlano di noi, di una quotidianità nella quale il tempo scorre inesorabile e della necessità di godere di ogni attimo, per non perdere opportunità in grado di cambiarci la vita e renderci persone migliori.
Occasioni che talvolta arrivano inaspettate e che possono nascere da eventi traumatici.
Esperienze che stravolgono il modo in cui i personaggi percepiscono sé stessi e il mondo.
Gli individui descritti vivono nel presente ma sono strettamente legati al passato; siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, diceva un signore inglese.
Ma siamo anche i ricordi che abbiamo accumulato nel tempo e dei quali, talvolta, non riusciamo a liberarci.
Alphonse riesce a reinventarsi nonostante sia in una fase calante della propria vita.
Egli impara non solo a soddisfare le proprie donne ma anche a godere del presente, fatto di cose semplici, piccoli gesti ed attenzioni che spesso passano inosservati nella frenesia del quotidiano, ma che definiscono chi siamo e ci appagano perché è ciò di cui talvolta abbiamo realmente bisogno.
Egli conserva un ricordo distorto della sua infanzia, il quale influisce sulla percezione che ha di sé nel presente; quando la verità gli verrà svelata, l’uomo si libererà finalmente da fardelli emotivi che gli impedivano di essere felice e di sentirsi adeguato.
Alphonse dona una seconda vita alle donne che incontra e alle quali dà amore.
In cambio riceve gli strumenti che lo trasformano in un uomo nuovo, irriconoscibile alla sua stessa moglie.
Il suo percorso è crescita, scoperta di sé, riappacificazione con il passato e liberazione.
E lo stesso accade alle sue donne; esse hanno modo di recuperare un passato lontano per rivivere emozioni che consentono loro di sentirsi vive.
Allo spettatore la realtà e la verità vengono mostrate gradualmente, man mano che lo stesso Alphonse apprende e si muove nel suo nuovo habitat.
Le sue esperienze si intersecano con quelle delle donne che frequenta e ne trae arricchimento a livello emotivo.
“Alphonse” è una dichiarazione d’amore alle donne in genere, nella loro unicità e nella loro identità, nelle loro esperienze difficili che hanno superato non senza cicatrici ma con ancora il desiderio di vivere.
La serie descrive vite che volgono al tramonto, in cui le possibilità sono sempre più ridotte.
Ma, dentro al corpo di una donna non più giovane, c’è ancora una ragazzina che si affaccia ad un mondo di cui è affamata.
Nei meandri di un corpo che gradualmente si ricopre di rughe e perde il vigore della gioventù c’è per sempre un cuore che palpita di vita e desiderio.
Un destino questo che accomuna tutti e che si ripete eternamente nella storia umana.
“Alphonse” rende giustizia ad una terza età che si crede abbia smesso di desiderare ma che ancora si appassiona e vuole godere, in tutti i sensi.
“Dovremmo tutti avere due vite”.
Questa citazione è ricerca di seconda occasione, accolta e goduta pienamente e gioiosamente.
Il sesso è il fulcro attorno a cui ruotano i personaggi, salvezza per individui soli e prossimi alla morte.
Ma il sesso è in realtà mezzo atto a soddisfare ben altri bisogni: contatto umano, gentilezza, attenzioni, connessione intellettuale, un occhio che guarda con amore, una carezza prima di dormire.
In una parola: umanità.
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