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True detective – 2a Stagione

True Detective- Season 2

I was not caught

I crossed the line

I was  not caught

Though many tried

La seconda stagione di True Detective l’ho vissuta un po’ come la sua opening theme: Nevermind sulle prime dà fastidio, perde impietosamente contro la intro della prima stagione; e, similmente, le prime ore della serie buttano su un calderone di personaggi in modalità ‘vita travagliata’ che levati: il detective rovinato Ray, la problematica Ani e…il problematico Paul?! Ebbene si, abbiamo in campo ben tre poliziotti dalla vita allo sbando, dubbi orientamenti sessuali e dipendenze da ogni tipo di vizio (alcol, droga… ca°°i grossi? ).
Non fossero abbastanza, c’è anche l’imprenditore venuto dalla strada -sporca- Frank, un Vince Vaughn che ti aspetteresti in Pixels e invece fa il gangster che tenta di riciclarsi come uomo per bene e quando il destino non glielo permette, si rimette in gioco con quello che gli riesce bene.

True detective- season 2
Qui TUTTI hanno le palle

Sfortunatamente, il collante dei quattro personaggi principali non è una solida struttura narrativa che ti incateni al dipanarsi del mistero, bensì un crogiolo di personaggi secondari gestiti abbastanza male per tempi e importanza (seriamente, una figura chiave per la storia è un morto che in vita si vede per 5 fotogrammi forse), e una mole di dialoghi non sempre all’altezza.

Nei primi episodi il leit motiv è bere come se non ci fosse un domani, parlando di come la vita è una merda.
Dicevamo di Nevermind: si, sulle prima non si ascolta; ma poi diventa un mantra, si inizia ad apprezzarla e allo stesso si apprezzano Rachel McAdams, davvero in parte nel ruolo della detective cazzuta, e Vaughn, che vi lascerà piacevolmente sorpresi.

L’intera serie in toto è una creatura differente dalla prima stagione, certamente imperfetta, a causa di scelte narrative infelici (troppo materiale per costruire il background di quattro personaggi; a metà serie, quando sembra ci si tolga dalla palude di dialoghi, a un’epica scena di azione segue una falsa partenza) che vi porteranno persino a giudicare con malizia le ultime ore della serie.

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Chi sta messo peggio?

Ma il punto è: che sia stato o no per metterci una pezza sopra, l’ultimo quarto di True Detective 2 è davvero duro, in estrema sintesi molto prossimo al concetto de ‘i cattivi vincono’. Eppure, sebbene con alcuni clichè, il messaggio è ancora più forte: tutto è privo di significato, e tra chi non riesce a smettere di essere un soldato, chi ha un bisogno disperato di non essere un mostro, chi vuole lasciare un retaggio a un figlio che non ha, vi è magra consolazione nello scoprire che sopravvive solo la verità (forse), e le persone che hanno ritenuto saggio non sacrificarsi.
Che alla fine, il sacrificio non ha portato nulla alle loro vite, e ci si ritrova con un telefono senza campo.

 

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.