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Mission Impossible – Rogue Nation

McQuarrie torna a dirigere Tom Cruise dopo il discreto Jack Reacher, regalandoci senza esagerazioni uno dei migliori Mission Impossible di sempre.

Rogue Nation fila liscio come l’olio, con scene d’azione ben coreografate e un team di comprimari ottimamente coordinato: ognuno ha il suo posto, senza le forzature tipiche dei team action fatti di spalle che gravitano attorno al maschio alfa; è altresì una chiara dichiarazione di come Tom sia al momento insostituibile in Mission Impossible,  con buona pace di Renner.

il girl power è davvero forte in questo capitolo, con Rebecca Ferguson controparte in gonnella di Ethan Hunt; i due sono coprotagonisti, dividendo e condividendo buona parte delle scene action del film, facendoci inoltre realizzare come la saga fino ad oggi fosse stata centrata unicamente su uomini (ne è la prova il cast che, di capitolo in capitolo, porta avanti solo volti maschili).

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Una dichiarazione d’amore alla BMW

Davvero futile parlare della trama; il film funziona, scorre bene e dà il meglio in ciò che contraddistingue il brand: inseguimenti in auto, in moto, Hunt che si cala da altezze improbabili, scontri sniper vs sniper.

E il non prendersi troppo sul serio, con un manipolo di scalzacani che usa tecnologia impossibile e quasi ne è cosciente. Bravi tutti, ma soprattutto bravo McQuarrie, solido nelle scene action, ma che sa quando smorzare i toni (e il finale, sorprendentemente sobrio dopo le vette della sezione centrale, ne è un perfetto esempio).

Promosso a pieni voti!

VOTI FINALI
voto
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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.