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Rectify – 2a Stagione

Nella prima stagione di Rectify, serie tv ideata da Ray McKinnon avevamo imparato a conoscere meglio il personaggio di Daniel Holden, interpretato da un ottimo Aden Young.

Se nella “first season” il povero Daniel aveva dovuto riassaporare cosa vuol dire vivere dopo 19 anni di carcere, nella seconda McKinnon si sofferma di più su come viene stravolta la vita di chi gli sta intorno dopo il suo ritorno.
McKinnon tiene ancora il focus sulle relazioni tra Daniel ed i suoi familiari.
Va ad analizzare quei nuovi equilibri all’interno della famiglia Holden/Talbot, che se da un lato vuole aiutare Daniel a riappropriarsi della sua vita, dall’altro paga talvolta le conseguenze della sua presenza.
Il tema principale si gioca tutto sul filo sottile della possibilità o meno che tutto possa tornare come prima.

Su quali siano le conseguenze del ritorno di una persona che è stata condannata per un omicidio (commesso? non commesso? ) su cui sapremo qualcosa di più chiaro in questa stagione.

Giusto pensar male?

Ed ancora un volta come nella stagione passata è tutto un gioco di sguardi, di dialoghi più o meno impliciti.
Senza azione, ma sempre con un buon ritmo.

Sul finale di stagione Daniel sarà messo di fronte ad una scelta molto importante, con importanti ripercussioni su se stesso e sulla sua famiglia.
Sempre eccellente l’interpretazione di Young, buone anche quelle degli altri protagonisti della storia,
Abigail Spencer (Amantha) ed un sorprendente Clayne Crawford nei panni del fratellastro di Daniel, Ted Talbot Jr.
Era più semplice la vita dietro le sbarre? Quale sarà la decisione di Daniel? E quell’omicidio della povera Hannah, come si risolverà? Chi è il vero colpevole? Domande sulle quali la terza stagione farà sicuramente più chiarezza.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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