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Modern Love (Serie Tv) – La Recensione

Amore, Love, Amour, Amor, Liebe, Dragoste, Ài, Gharam, chiamatelo come volete.

Soprattutto lasciatelo libero di essere ciò che vuole essere: sessuale, platonico, sconsiderato, paterno, eterno, occasionale, anche un po’ sdolcinato se vogliamo.

Ed è così che ci si avvicina a Modern Love, serie antologica (disponibile su Amazon Prime) e meravigliosa avventura, composta da otto storie d’amore scritte, dirette e prodotte da John Carney (Once, Tutto può cambiare – Begin Again e Sing Street). Otto storie ambientate a New York che come diceva Cole Porter in I Happen to Like New York”, una tra le tante canzoni di questa serie, è una città perfetta dove vivere e morire. Figuriamoci amare.

“No one is going to judge you. Do what you wish. But don’t do it because you are scared..”

Perché tra le lacrime che cadono come le gocce di pioggia catartica che bagnano tutti i personaggi di questa opera corale, diventa chiaro che Modern Love è anche una dichiarazione d’amore a questa folle città.

Forse solo un altro regista l’ha adorata così tanto, anzi parafrasando uno dei suoi film più celebri “la idolatrava smisuratamente… no, meglio, la mitizzava smisuratamente” .

“Well, dawn is for lovers and bakers”.

Woody Allen in effetti si respira in ogni episodio di questa serie, perché il senso ultimo è sempre lo stesso: una storia d’amore può finire, l’idea di amore vivrà per sempre e così anche New York.

Allora Modern Love tira su il sipario o forse dovremmo dire il portone, con “When the Doorman Is Your Main Man”, e la storia della splendida Maggie e del portiere del suo stabile (Laurentiu Possa). Lei è Cristin Milioti, nota ai più per il ruolo di Tracy in How I Met Your Mother (il viso di Tracy in Manhattan ed ecco che casualmente torna Allen!). La loro non è una storia d’amore, ma è una storia che parla di amore, di sguardi e di empatia.

“Cause I don’t want to waste another day of not knowing you”

Quindi c’è l’amore e il rimpianto nel secondo episodio “When Cupid Is a Prying Journalist” , Julie (Catherine Keener) che intervista Joshua (Dev Patel). Lui le parla di Emma (Caitlin McGee) e lei rimpiange l’amore per Michael (Andy García).

Quindi arriviamo al cuore della serie con “Take Me as I Am, Whoever I Am”, dove una bravissima Anne Hathaway canta e balla ma “non è La la land” e la povera Lexi non riesce ad aprirsi e ad amare poiché affetta da un forte disturbo bipolare.

“He smelled like wine and oranges and dependability”

“Rallying to Keep the Game Alive” che ci racconta il rapporto maturo e annoiato tra Sarah (Tina Fey) e Dennis (John Slattery). “At the Hospital, an Interlude of Clarity” apre al concetto più moderno di ambire ad un amore virtuale, collettivo dei propri followers su un qualsiasi social media, almeno fin quando la bella Yasmine (Sofia Boutella) non incontra il goffo Rob (John Gallagher Jr.).

Quindi l’episodio più complesso, sfaccettato e probabilmente il più bello di tutti: “So He Looked Like Dad. It Was Just Dinner, Right?” Peter (Shea Whigham) professionista 50enne che scambia le attenzioni della giovanissima Maddy (Julia Garner) per amore.

“Things we think make us smarter but actually make us more dumb?”

Una coppia gay adotta una bambina che sta ancora crescendo nel corpo dell’irrequieta senzatetto Karla (Olivia Cooke), nell’episodio forse più divertente “Hers Was a World of One”.

Dalla nascita alla morte con l’ultimo episodio “The Race Grows Sweeter Near Its Final Lap” (con un’immensa Jane Alexander), che dice un po’ tutto già dal titolo.

“The race grows sweeter near its final lap”

Modern Love invita a non darsi per vinti, a cercare in sé stessi, a non perdere neanche un istante. Sia da giovani che da anziani, cambia poco, meritiamo amore. Non domani, ma subito, perché come dice Lexi: ‘Cause I don’t want to waste another day of not knowing you.

Concetto che John Carney aveva già espresso in Sing Street dove il giovane protagonista cantava che la vita è un po’ come un’auto: drive it like you stole it.