Home Serie tv L’oscuro passeggero è tornato – Dexter: New Blood (La Recensione)

L’oscuro passeggero è tornato – Dexter: New Blood (La Recensione)

Avevamo lasciato lui e il suo oscuro passeggero nel 2013, dopo la tempesta che aveva inghiottito la Slice of life e che aveva fatto credere a tutti di essersi portata via anche lui.
Si, stiamo parlando di lui, serial killer per alcuni, esperto ematologo per altri.
Dopo 8 anni Dexter Morgan è tornato sui nostri schermi.

La fine dell’ottava stagione aveva lasciato molti insoddisfatti per la fine del caro Dex, lasciando comunque presagire un suo possibile ritorno in scena.
E dopo otto lunghi anni da Miami passiamo ad Iron Lake.
Dal caldo e dal mare della Florida al freddo e nevoso clima del piccolo paesino dello stato di New York.
Dexter ora si fa chiamare Jim Lindsay, ha una nuova vita, tranquilla, ordinaria, e sembra aver messo a riposo il suo oscuro passeggero che per otto stagioni lo aveva reso uno dei più spietati serial killer della storia.
Ma si sa, il sangue chiama sempre sangue, e prima o poi l’oscuro passeggero torna a bussare alla porta.
Quel che succederà ce lo possiamo immaginare molto facilmente.

Tale padre, tale figlio?

Difficile dire se avevamo bisogno o meno del ritorno del vero macellaio di Bay Harbour.
La stagione di Dexter New Blood ha certamente chiuso un cerchio per molti di coloro che non avevano apprezzato il finale della serie madre.
Che sia apprezzato o meno la chiusura di questo revival lascia presagire meno scenari futuri di quelli del 2013, anche se forse la modalità scelta, pur coerente sotto molti punti di vista, potrebbe non essere apprezzata da tutti.
Una stagione che parte un po’ in sordina, ma che ci fa tornare nell’atmosfera della calda Miami dalla sesta puntata in poi.
Elemento centrale della stagione è il rapporto tra Dex e suo figlio, Harrison (buona prova di Jack Alcott).

Indipendentemente dal gradimento del nuovo finale (sarà l’ultimo?) di stagione, questo Dexter New Blood è stato sicuramente ben pensato.
Passato lo spaesamento inziale (dal caldo di Miami alle nevi di Iron Lake, per non parlare dell’assenza della voce narrante di Dexter), tutto ritorna alle vecchie origini, ricollegandosi anche con qualche personaggio alla serie madre.
Forse un paio di puntate in più ci avrebbero messo di più nel mood giusto, ma tutto sommato le dieci che compongono questa stagione possono anche andar bene.

 Il cerchio si è chiuso, almeno per ora.
In queste dieci puntate, lo spettatore capisce in maniera chiara quello che è il destino di un serial killer e dei suoi istinti omicidi, a prescindere dall’uomo che li cova.
E forse questa nuova stagione serviva per chiudere i conti anche con l’unica persona che Dexter abbia amato incondizionatamente a prescindere da tutto e da tutti: suo figlio Harrison.
Un finale naturale, forse inevitabile, ma che sicuramente sistema molte di quelle cose lasciate aperte da quello del 2013.

Che cosa succederà ora non è dato saperlo, almeno per il momento.
Lo sceneggiatore Clyde Phillips ha già detto che se Showtime dovesse chiamare, lui lascerebbe tutto e tornerebbe ancora una volta.
Ma siamo sicuri che ci sia ancora qualcosa di nuovo e di diverso da raccontare?

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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