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Them: Radici del Male e regno dei demoni in America

Serie originale Amazon Prime rivelazione del 2021, ideata da Little MarvinThem è il prodotto televisivo forse più scioccante e forte di questa annata ormai conclusa.

Dal titolo, viene facilmente da pensare, di rimando, ad US, il recente film di Jordan Peele.
Ma, seppur l’onda lunga di questa sorta di nuova blaxploitation horror, a tematica razzismo, abbia indubbiamente creato le premesse e preparato il terreno anche per prodotti di questo tipo, fortunatamente Them prende da subito direzioni ben diverse.
E soprattutto molto più scioccanti della horror comedy politica peeliana.
Che è una vera passeggiata a confronto.
Le premesse, ed alcune dinamiche, ricordano piuttosto un lavoro come Suburbicon, il film diretto da George Clooney su un vecchio soggetto dei fratelli Coen.
E rimandano al periodo in cui i primi afroamericani iniziarono a trasferirsi nei quartieri borghesi e benestanti dell’America più chic, come quella della California, dopo essere migrati dagli Stati del Sud.
E si trasferiscono da proprietari, piuttosto che come domestici o inservienti.
La grande migrazione, avvenuta lungo diversi decenni, viene citata anche in Detroit della Bigelow.
La premessa, quindi, è la stessa, e da qui inizia la grande odissea, lunga dieci giorni, di questa famiglia di afroamericani.
La serie, però, si distacca presto anche da questi semplici e già battuti terreni, e si fa subito cupissima, mettendo in scena l’orrore più forte, della mente.
Il razzismo, chiaramente e come si diceva, è al centro di tutto, e nulla viene risparmiato, a livello di atteggiamenti.
Epiteti, violenza, bullismo e discriminazioni di ogni sorta.Non si va per il sottile né ci si nasconde, e questo è un grande merito del prodotto.
La sua grande cattiveria, il suo rifiuto di indorare la pillola ed edulcorare battute e situazioni.
Anche se questo fa vivere molti momenti di dura sopportazione, spesso disturbanti, se non autenticamente sconvolgenti.
Ma, ed è importante sottolinearlo, in nessun modo ricattatori o gratuiti.
La serie è dura ed è un pugno in faccia, ma porta anche riflessioni e retroscena sul periodo preso in considerazione, quello degli anni ’50.
L’orrore più puro, però, come dicevo, alla fine è quello psicologico. Ogni protagonista vive la propria personale guerra contro i demoni dell’anima, nati certamente a causa del razzismo, e delle esperienze più traumatiche.
All’interno della serie c’è anche l’odio che molti neri provavano per se stessi, argomento già trattato anche da Spike Lee nella prima parte del suo Malcolm X.
Ed anche una più ampia riflessione sui debiti storici del sangue fatto scorrere e delle fiamme fatte divampare.
Certo, si può pensare che, tutto sommato, non ci sia nulla di veramente inedito, compreso il fatto che i veri mostri siano quelli di casa, piuttosto che quelli provenienti da fuori, ma a colpire è il modo davvero notevole in cui ogni personaggio viene tratteggiato, con le rispettive visioni, i rispettivi incubi, all’interno di questo grande regno dei demoni a cielo aperto che è l’America.
Un regno edificato da pareti colorate di morte, prevaricazione e violenza.
In cui anche il fanatismo religioso è parte integrante.
Alcuni momenti portano a sensazioni di vero terrore e angoscia, abbracciando anche suggestioni soprannaturali, e vari episodi sono indimenticabili.
In particolare, da citare il settimo, diretto da Ti West, e il nono, tutto in bianco e nero, che rievoca l’origine di molte cose importanti che avvengono nella serie.
Approfondendo tutti i discorsi storici di cui sopra.
Un vero piccolo film all’interno della serie, che esteticamente e concettualmente, rimanda alla mente un capolavoro come Il Nastro Bianco di Michael Haneke, Palma d’Oro 2009, sulle profonde radici del Male nazista.
Se c’è però una cosa che può risultare meno riuscita, è purtroppo il finale, un po’ troppo nel segno di un cult come Get Out, e quindi lungo il solco tracciato proprio da Peele, tentazione a cui infine si cede.
E, qua e là, qualche altra piccola concessione al politicamente corretto (l’unico personaggio bianco buono è omosessuale).
Ma ad ogni modo, anche al netto di qualche piccolo appunto, è una grande esperienza di visione, fortemente consigliata a chi ama le sensazioni tutt’altro che leggere.

Memorabile Alison Pill, che interpreta uno dei personaggi più odiosi.
Dieci episodi, tutti non di lunga durata, perfetti per il binge watching.

 

Riccardo Aniki