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Stranger Things 4 (Parte 1) -Recensione

Finalmente, il 27 Maggio Netflix ha rilasciato la nuova stagione di Stranger Things, con 7 episodi più cupi, horror e, come sempre, con la giusta dose di nostalgia

Dopo una pausa durata ben 2 anni, Netflix ha mandato sulla piattaforma la quarta – e penultima – stagione di Stranger Things. Anzi, sarebbe più corretto affermare che la piattaforma streaming ha lanciato i primi 7 episodi della stagione, riservandosi gli ultimi 2 per il primo Luglio.

Facciamo un breve riassunto per ricordare dove eravamo rimasti: il Mind Flayer è stato sconfitto e Hopper si è sacrificato per salvare Eleven e i suoi amici. Rimasta nuovamente senza una figura genitoriale al suo fianco e impossibilitata a usare i suoi poteri, El viene adottata da Joyce e insieme ai figli Will e Jonathan, si trasferisce in California.

A questo punto, i fratelli Duffer attuano una scelta molto coraggiosa, utilizzando una nuova formula e separando il più possibile gli archi narrativi dei protagonisti.

  • Mike decide di andare a trovare Eleven (ora Jane) in California. Mentre i due fanno fronte ai primi reali problemi di coppia prima e ai federali alla ricerca di Jane dopo, Jonathan affronta le paure della relazione a distanza con Nancy, mentre Will la sua gelosia. Joyce e l’investigatore Murray sospettano che Hopper sia ancora vivo e, l’unico modo per avere delle risposte, si rivela essere partire verso la Siberia.
  • A Hawkins gli altri protagonisti iniziano a indagare su una nuova serie di brutali e inquietanti omicidi di adolescenti che potrebbero avere legami con Eleven e la natura soprannaturale della città.
  • Infine, l’ultimo arco narrativo riguarderà proprio Eleven. La nostra eroina ad un certo punto, continuerà da sola per la sua strada, affrontando nuove sconcertanti verità sul suo passato.

Dunque, punti diversi con storie che si muovono in parallelo, che a volte sembrano quasi intersecarsi, in una realtà del 1986 sempre perfettamente rappresentata, ma meno presente. D’altronde, i nostri protagonisti sono tutti cresciuti. I bambini non ci sono più, stanno lentamente entrando verso il mondo degli adulti. Le loro storyline non potranno incrociarsi sempre, e , mentre crescono, anche le loro storie si evolvono, prendendo autonomia. Allo stesso modo, è anche la serie che cresce e si evolve, diventando più matura.

La stagione è ampia nel vero senso della parola. Si espande al di fuori di Hawkins, arriviamo in California e, persino, nelle regioni Siberiane. Affrontiamo doppi flashback su diverse linee temporali, analizziamo più profondamente i protagonisti, con una nuova lunghezza donata a ciascun episodio, che non pesa. Ogni episodio è quasi un film, che racconta e rende ancora più inquietante una storia ben strutturata.

Tra tutti gli archi narrativi, quello di Hawkins è sicuramente il più bello, toccante e avvincente. Maya Hawke, continua a dare un’ottima prova vestendo i panni di uno dei personaggi più amati della serie, La sua Robin in questi nuovi episodi si apre ancora di più, si evolve. Vediamo nuove sfumature del suo carattere, affini non solo a Steve, quanto a Nancy, con la quale sembrano esserci tutti presupposti per una bella amicizia.

Una menzione d’onore a Max, protagonista di uno degli episodi più belli di tutta la stagione. La ragazza riveste un ruolo ancora più importante e sembra quasi interessarci più di Eleven/ Jane, nelle sue paure e sensi di colpa per la morte del fratello. A completare il gruppo, Dustin e Steve, il duo preferito di tutta la serie, divertenti e profondi e sempre dalle nuove idee.

Meritevole di menzione anche Eddie Munson (Joseph Quinn), apprezzata new entry. Si tratta di genio nel gioco Dungeons & Dragons , dai lunghi capelli. Ribelle e divertente, Eddie ha subito conquistato il cuore di molti fan, che hanno ben accolto la sua introduzione nello show.

Meno avvincente è l’arco narrativo di Mike, Will e Jonathan, che risulta essere una nota negativa della stagione. Lo spazio dato a Will e Jonathan è decisamente ridotto rispetto alle aspettative. Se Jonathan sembra ora essere solo un personaggio da sfondo, preoccupato per la storia con Nancy, Will continua ad avere potenziale inespresso. Sarebbe stato interessante vedere una storyline dedicata al ragazzo da cui tutto infondo ha avuto inizio, anzichè continuare ad assistere alla storia d’amore, un po’ inutile, tra El e Mike.

Questa nuova stagione ha un mood molto più cupo e horror, di chiara ispirazione a classici del genere, come Nightmare. Il richiamo non si può che apprezzare, risultando familiare ma fortemente “auto-identitario”, senza sfociare mai in un sospetto copia-incolla. Il richiamo è evidente nell’atmosfera quasi “onirica” e inquietante degli omicidi, nell’oscurità di una villain che si annida nelle menti dei giovani e le consuma fino a distruggerle.

Si tratta di una stagione diversa rispetto alle altre. Non raggiunge ancora il fascino della prima, ma indubbiamente è quella che sperimenta di più, ponendosi un gradino al di sopra delle altre. C’è un sapiente utilizzo di flashback appartenenti alle stagioni precedenti, che ci fa quasi commuovere, notando la crescita assurda dei protagonisti. Anche l’utilizzo della musica è differente. Le melodie classiche vengono messe in secondo piano per privilegiare tracks anni 80, toccanti e magnetiche.

Stranger Things è cresciuto, così come lo sono i suoi protagonisti. Li segue nella loro crescita e questo la porta a cambiare. Il secondo volume non è ancora disponibile, ma, nonostante manchi ancora il finale, abbiamo abbastanza elementi per affermare che questa nuova stagione è interessante e meritevole di recensioni positive.

E’ presto per dare conferme, ci riserviamo di dare un commento definitivo per gli ultimi due episodi, sperando possano rappresentare l’apice esplosivo di una stagione nuova e innovativa.

Voi che ne pensate? Se non avete ancora iniziato la stagione nuova, Stranger Things vi aspetta su Netflix