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Speciale Fino all’ Inferno Parte 4 – Cast

MICHAEL SEGAL (Agente 066)

Michael Segal

1) Come sei entrato a far parte del film ?

Con Roberto ed Annamaria c’è un soldalizio che dura da alcuni anni.
Io piaccio a loro e loro piacciono a me.
Roberto mi contattò per parlarmi del progetto e del personaggio e mi chiese se sarei riuscito a renderlo come me lo stava descrivendo.
Un vero badass, incrocio tra Terminator, Albert Wesker e Van Damme in Aquila Nera
Io risposi: Farò tremare i pilastri del cielo Roberto…

2) Parlaci di quello che è stato il tuo lavoro all’interno del progetto.

Io sono un attore ed uno stunt-man e di conseguenza il mio ruolo è stato quello.
Sono un professionista, puntuale, intuitivo, empatico e quando voglio ho una gran faccia da c… che era esattamente quello che mi veniva chiesto di essere.
Lavoro in coppia con un altro attore molto bravo che si chiama Aaron ed insieme devo dire che siamo stati davvero efficaci.

3) Parlaci brevemente del tuo personaggio all’interno del film.

Sessantasei è una macchina da guerra.
Senza sentimenti, senza rimorsi, senza scrupoli.
E’ un sadico narcisista e maniaco della perfezione.
Un sicario di una grossa compagnia farmaceutica, ma controllarlo non è facile e sembra che tutto quello che fa all’interno della storia abbia qualcosa di personale.
E’ uno di quegli uomini che quando vedi, probabilmente stai per morire.

4) Cos’è che maggiormente ti è piaciuto del tuo lavoro?

La preparazione è un dolce miele che va assaporato istante dopo istante.
Le ore a studiare, i durissimi allenamenti, le diete, le prove… un viaggio di mesi che si finalizza in pochi giorni dal ritmo serrata in cui comprendi se stai facendo la differenza oppure se sei uno dei tanti attori che ci sono in giro.
La cosa che mi piace di più? Lo sguardo del regista quando rivede le scene girate e gli si illuminano gli occhi e la sua bocca si allarga involontariamente in un sorriso.

5) Il compito più difficile che hai dovuto svolgere?

In questo film?
Il compito più difficile in un film dove ci sono sparatorie, cadute, esplosioni, agguati, scazzottate, inseguimenti e…… non posso dire altro?
Ebbene… essendo a dieta ed essendo Roberto e sua madre ottimi cuochi… la cosa più difficile è stata riuscire a resistere e a non magiare le pucce pugliesi fatte in casa.

6) Com’è stato lavorare con il regista Roberto D’Antona e con tutto il resto del cast ed i vari reparti che hanno permesso la realizzazione del film? 

La squadra di Roberto ed Annamaria, è una famiglia allargata, nella quale ognuno viene incontro agli altri, ci si aiuta in ogni modo possibile, si fa il proprio lavoro e non ci si lamenta, perchè ci si vuole bene e si comprende perfettamente che il prodotto finale è il frutto di una sinergia tra attori, troupe e vari reparti tecnici.
Se ognuno fa bene il proprio lavoro e viene aiutato, il vantaggio è di tutti.
Non voglio nominarli uno per uno, ma l’entusiasmo e la meraviglia nel fare questo lavoro dopo tanti anni, è ancora a livelli epici e questo è il bello di lavorare in un gruppo così affiatato.

7) Quali sono le tue aspettative per Fino All’Inferno?

E’ un film coraggioso.
Molto coraggioso.
Sono sicuro che incontrerà molte difficoltà all’inizio, perchè Roberto è giovane, perchè è un indipendente ed è italiano e nostri compaesani non sono abituati a una cosa del genere.
Se il film venisse promosso come Americano con attori americani,
sono certo che farebbe un botto storico e nessuno saprebbe mai che in realtà è un film italiano.
Però ritengo che vinta la prevedibile diffidenza del pubblico di casa nostra, in un panorama in cui le cifre parlano di un calo enorme degli incassi del cinema nel nostro paese e se non ci fosse Checco Zalone e la banda dei vari Nalate a Canicattì sarebbe alla frutta, questo film spaccherà letteralmente il cul…to del cinema estero.

8) Un ricordo o un episodio particolare accaduto durante la lavorazione del film.

Ho una scena di nudo in questo film.
In una stanza di albergo, con all’interno una attrice e altri 5 membri della troupe, tra cui due donne, Roberto stava cercando l’inquadratura giusta per preservare il mio pudore.
Cammina, sistema il cavalletto, ci ripensa, si gratta il mento, poi la testa, bofonchia qualcosa e quando si volta verso di me, mi ero già tolto l’asciugamano e, come mamma mi ha fatto, gli ho chiesto: Ma che stiamo aspettando?

9) Contento di aver fatto parte di questo progetto?

No.
Perchè dovrei? Un film che sarà distribuito al cinema in tutta Italia, nel quale ho un personaggio che si ricorderanno tutti, carismatico e spietato, che poi sarà venduto all’estero e che
parteciperà a decine di concorsi in tutto il mondo? Perchè dovrei? 🙂