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Speciale Fino all’ Inferno Parte 4 – Cast

ALESSANDRO CARNEVALE PELLINO (Dario)

Alessandro Carnevale Pellino

1) Come sei entrato a far parte del film ?

Ho avuto la possibilità di fare una lettura su parte con il regista e la produttrice, che mi hanno proposto questo splendido personaggio.
Avevo già avuto la possibilità di lavorare con Roberto D’Antona
alla regia in The Reaping e The Wicked Gift, quindi, penso avesse già immaginato questo ruolo per me.
Di conseguenza, mi ha fornito subito le indicazioni necessarie sullo stile recitativo che voleva, perché il ruolo era già costruito molto bene in sceneggiatura.

2) Parlaci di quello che è stato il tuo lavoro all’interno del progetto.

Io ho lavorato come attore.
Venendo dal teatro, la prima cosa che ho fatto è imparare tutto a memoria, per avere le battute precise come richiesto dal regista, e poi poter lavorare con più tranquillità sulle intenzioni del personaggio, sui suoi gesti, sulle dinamiche relazionali, e quindi sullo stile che il film richiede.
Parte del lavoro credo consista anche nel saper rispettare il proprio ruolo, quindi mi sono messo a completa disposizione, come faccio sempre, del regista e della produzione per interpretare al meglio la mia parte.

3) Parlaci brevemente del tuo personaggio all’interno del film.

Dario è un personaggio molto intrigante.
È sicuramente un antieroe.
Sul set alcuni colleghi l’hanno definito un personaggio egoista, ma io l’ho sempre considerato, comunque, un personaggio romantico,
anche se questo suo lato è molto ben nascosto.
È uno dei tre rapinatori protagonisti, quindi non è sicuramente un santo, ma sono convinto che saprà farsi amare da molti, magari odiare da qualcuno, ma sicuramente verrà rispettato dal pubblico.

4) Cos’è che maggiormente ti è piaciuto del tuo lavoro?

Questo ruolo mi ha dato l’opportunità di interagire con tantissimi personaggi e, quindi, coi loro interpreti e questa la considero la più grande fortuna per un attore, perché da ogni collega posso imparare e rubare qualcosa.
Ho recitato tanto con Roberto D’Antona, Francesco Emulo, Alice Viganò, Annamaria Lorusso e Mirko D’Antona, e con tanti altri. Con alcuni di loro avevo già avuto occasione di interagire, con altri è stata la prima volta e sono tutte esperienze che per me servono tantissimo sia a livello professionale sia a livello umano. Ho potuto misurarmi con loro e migliorarmi, e di questo sono davvero grato a tutti.

5) Il compito più difficile che hai dovuto svolgere?

C’è sicuramente una scena molto impegnativa, ma non posso dire nulla per evitare spoiler…
Diciamo solo che l’abbiamo girata di notte, in esterna, e abbiamo finito tutto all’alba, quindi è stato faticoso mantenere alto il livello recitativo in ogni inquadratura e aspetto legato a quella sequenza.
Spero di esserci riuscito e che il pubblico, quando la vedrà, adorerà quella scena perché è costata un enorme lavoro a comparse, attori, e soprattutto alla troupe e al regista che sono stati a dir poco infaticabili.

6) Com’è stato lavorare con il regista Roberto D’Antona e con tutto il resto del cast ed i vari reparti che hanno permesso la realizzazione del film?

Roberto è un regista straordinario, lo considero il migliore in quello che fa, perché sicuramente essere prima di tutto un attore gli consente già nell’atto di scrittura di definire i personaggi in maniera eccellente, con caratterizzazioni ricche e sfaccettate ma sicuramente chiare.
Ciò consente all’attore di farsi un’idea abbastanza esaustiva su come impostare il lavoro di preparazione, poi Roberto riesce a dirigere con grande facilità l’attore e sa come portarlo al livello di cui ha bisogno.

Lavorare con lui lo considero un grandissimo privilegio: perché ti spinge sempre a cercare di dare il massimo, di rubare la scena pur nel rispetto degli equilibri della vicenda, quindi il lavoro è sempre molto creativo.
A questo si unisce non solo una straordinaria abilità di scrittura e questo film lo dimostrerà alla grande, ma anche una ricchissima conoscenza del cinema, dei suoi mezzi e della sua storia: dove c’è
talento e cultura, c’è arte.

La troupe è davvero una grande famiglia e questa credo sia il motivo di tutti i risultati che la L/D Production sta ottenendo: lavorano insieme nel massimo rispetto reciproco, e con grandissima fiducia l’uno nell’altro.
Il merito principale di un ottimo leader è saper scegliere i suoi alleati: Alex D’Antona, ad esempio, non è solo un aiuto regia di grande talento, ma è anche una persona gentile e carismatica, che sa sdrammatizzare ma anche essere concentratissimo dopo
ore di lavoro; ciò consente a Roberto di potersi fidare ciecamente di lui.

Lo stesso discorso vale per tutti gli altri membri: Paola Laneve è davvero una mamma sul set, Stefano Pollastro è il classico leader silenzioso, Erica Verzotti è dolce eppure categorica in base ai momenti, Francesco Emulo compie da solo il lavoro di tre persone insieme, Mirko Giacchetti è un factotum di grandissima cultura
con cui vale sempre la pena chiacchierare, Aurora Rochez è un fenomeno ed Andrea Milan unisce grande sensibilità a moltissima esperienza sul campo.
Poi c’è Annamaria Lorusso che pur essendo sempre gentile e protettiva, sa farti tremare anche solo con uno sguardo.
I meriti principali dei loro successi risiedono proprio in queste eccellenti individualità che sanno fare un abile gioco di squadra.

7) Quali sono le tue aspettative per Fino All’Inferno?

Che riesca ad ottenere la giusta visibilità in Italia.
All’estero sono convinto sarà apprezzatissimo, nel nostro paese invece c’è purtroppo una sempre maggiore ristrettezza culturale, ma questo è un film incredibile e merita di ottenere importanti riconoscimenti.
Spero porti alla L/D Production la possibilità
di continuare a realizzare progetti grandiosi e sempre più ambiziosi.

8) Un ricordo o un episodio particolare accaduto durante la lavorazione del film.

Ce ne sarebbero davvero moltissimi, perchè fortunatamente per me è stato un set lungo.
Sicuramente la colazione in hotel dove, dopo sedici ore di lavoro, eravamo stravolti ed affamati.
Ci siamo letteralmente abbuffati per un’ora e poi siamo andati a girare subito le scene previste per la giornata, quindi, insomma… il letto non l’aveva visto nessuno, eppure, nonostante la stanchezza, c’era grande entusiasmo ed anche la consapevolezza che stavamo facendo qualcosa di davvero importante.
Poi, certo le chiacchierate notturne con Mirko Giacchetti, le partite a Risiko Zombie serali con Roberto, Francesco ed Alex, le pennette rustiche della Paola…
Ci sono tanti ricordi ludici e sereni che raccontano bene l’atmosfera di questo set: un mix di lavoro, impegno e sacrifici con sano divertimento e vere amicizie.

9) Contento di aver fatto parte di questo progetto?

Assolutamente si.
È cominciato tutto con The Choice di Annamaria Lorusso ed ora è il quarto progetto a cui ho avuto l’onore e il piacere di partecipare. Spero che questa realtà chiamata L/D Production possa continuare a far sognare tutti noi, sia attori sia spettatori.
Perché alla fine, come scrisse Calderon: La vita è sogno.