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My Hero Academia 2: il grande salto di qualità

Nel finale della prima stagione di My Hero Academia avevamo lasciato Deku aka Izuko Midoriya che, grazie ad All Might, era riuscito ad entrare alla Yuei, la scuola per supereroi più importante del Giappone, realizzando così il proprio sogno. Qui gli alunni della 1-A, durante una prova pratica, si erano imbattuti per la prima volta nella Lega dei Villains, riuscendo ad avere facilmente la meglio.

La seconda stagione, composta da 25 episodi, copre due interi archi narrativi dell’omonimo manga di Kohei Horikoshi.

Nella prima parte i ragazzi del liceo Yuei partecipano al prestigioso Festival Sportivo (U.A. Sports Festival capitoli 22 – 44), una manifestazione che per la sua popolarità ha preso il posto delle Olimpiadi e che è il trampolino di lancio ideale per gli studenti per potersi mettere in mostra, in diretta nazionale, davanti ai talent scout o altri Hero.

Ciò che appare evidente già dalle prime puntate è che Midoriya e All Might, pur svolgendo il loro ruolo da protagonisti, perdono parte della loro centralità a favore di personaggi che fino a questo momento potevamo considerare secondari e di cui probabilmente non ricordavamo nemmeno il nome.

Shoto Todoroki:

fa la sua comparsa Todoroki, un ragazzo capace di lanciare sia attacchi di fuoco che di ghiaccio, affetto da Heterochromia, rara patologia che gli ha fatto ereditare gli occhi di due colori differenti. Frequenta la stessa sezione di Midoriya ma è stato ammesso alla scuola dietro raccomandazione. Figlio di Endeavor, supereroe secondo per forza e popolarità solo ad All Might, durante il corso del torneo avrà l’occasione di mostrare a Deku che anche nascere con i superpoteri non preclude ad una vita di sofferenze e difficoltà. Il conflitto interiore e familiare di Shoto, che lo accompagnerà durante tutte le prove, segnandone in alcuni casi l’esito, aggiunge sicuramente una nota dolceamara che fino a questo momento era completamente mancata nell’anime. Todoroki è un personaggio a cui non si fa fatica ad affezionarsi.

Iida e Uraraka:

amici di Deku già dalla prima stagione ma rimasti praticamente quasi sempre alla sua ombra. Seppur per ragioni diverse, decideranno di sfidarlo apertamente, scelta che li porta sicuramente ad emergere agli occhi dello spettatore in maniera più che apprezzabile.

La sezione B:

finalmente avremo modo di conoscere anche alcuni degli alunni dell’unica altra sezione di aspiranti eroi della Yuei. Non contenti di certo di essere ignorati dai più importanti Hero, a causa della popolarità riscossa dalla classe rivale, ormai sotto i riflettori per essere riuscita a vincere contro dei supercattivi nonostante la giovane età, tenteranno in tutti i modi di mettergli i bastoni tra le ruote. Da questo esperimento nasceranno delle gag piuttosto esilaranti e delle sfide dagli esiti tutt’altro che scontati.

Le scene più profonde e riflessive, sono accompagnate da situazioni comiche e dilettevoli, affidate ancora una volta al character di Bakugo. Nonostante la crescita evidente anche del suo personaggio, le sue reazioni spropositate e sempre molto sopra le righe, creano situazioni molto divertenti e letteralmente esplosive.

Nella seconda parte dell’anime, possiamo finalmente gioire per l’arrivo dell’antagonista principale dell’arco narrativo Hero Killer (corrispondente ai capitoli 26 – 33 del manga): Chizome Akaguro, conosciuto con il nome di Stain- lo Stermina Eroi.

Lo Stermina Eroi, è caratterizzato da una faccia quasi completamente piatta poichè priva di naso, che egli stesso ha tagliato e da occhi rosso sangue, che aiutano, insieme ad una camminata ingobbita, a conferirgli un’aura decisamente intimidatoria.

Indossa un completo da combattimento interamente nero, tranne per le braccia che sono avvolte da dalle bende, e il viso, nascosto sotto una pezza che usa come una sorta di maschera.

Non deve essere stata un’impresa particolarmente semplice quella dei disegnatori di riuscire ad essere il più fedeli possibile alla versione originale, ma non si può certo negare che il risultato finale sia stato dei più soddisfacenti.

A differenza della Lega dei Villains, di cui sappiamo ancora poco, la missione di Chizome è sin da subito ben precisa: uccidere tutti gli eroi poiché li reputa degli impostori, accecati  solo dalla fama e dalla gloria. Insieme ad alcuni alunni della 1-A sarà protagonista di molti degli scontri presenti nella stagione, ripagando decisamente l’attesa di chi cercava più avventura.

In generale si passa, quindi, da una prima parte di stagione ricca di brio, esilarante e fresca ad una seconda decisamente più cupa e riflessiva, che tratta temi quali il legame familiare e la vendetta, affrontati in maniera più profonda di quanto ci si aspetterebbe da un anime di questo genere, che aiutano ad appassionarsi ed affezionarsi alla storia e ai suoi protagonisti.

La sorpresa in My Hero Academia sta proprio nel poter essere considerata come una sorta di Matrioska. Ogni volta che si pensa di essere arrivati al limite, puntualmente si riaccende la scintilla e accade qualcosa che torna a tenerti incollato davanti allo schermo, anche se è ormai notte fonda e avesti decisamente bisogno di dormire.

Si fa veramente molta fatica a trovare un difetto, soprattutto per la piega che hanno preso gli eventi durante il corso delle ultime puntate e che preannunciano un continuo grandioso nella terza stagione (che debutterà in Giappone il prossimo 7 aprile); sembra superfluo aggiungere che ogni singola puntata è un gioiellino da gustarsi tutto d’un fiato.

Anche la seconda stagione è disponibile sulla piattaforma gratuita streaming di VVVVID.