Home Serie tv L’alienista 2 – L’angelo delle tenebre

L’alienista 2 – L’angelo delle tenebre

“Nel diciannovesimo secolo si credeva che le persone affette da malattie mentali fossero alienate dalla loro vera natura. Gli esperti che le studiavano erano pertanto chiamati alienisti.”

E’ arrivata alla seconda stagione la serie Netflix L’alienista (The Alienist), thriller psicologico basato sull’omonimo romanzo di Caleb Carr, sbarcata in Italia nell’aprile del 2018.

La storia è ambientata nella Grande Mela nel 1896. La città lurida e in forte espansione demografica, viene sconvolta da una serie di brutali omicidi di ragazzini, tutti di sesso maschile, che si prostituiscono per un tozzo di pane. Il neoeletto commissario di polizia Theodore Roosevelt (futuro presidente degli Stati Uniti d’America) chiama l’alienista e dottore Laszlo Kreizler (Daniel Brühl) e il suo caro e fidato amico di lunga data, l’illustratore John Moore (Luke Evans). A loro si unisce anche Sara Howard (Dakota Fanning), la testarda segretaria del commissario, donna risoluta e indipendente, molto lontana dallo stereotipo di dama di quegli anni.

Grazie ad un’ottima ricostruzione del periodo storico, ad una fotografia desaturata e ad una crescente tensione psicologica, la prima stagione è graffiante e centrata. L’epicentro narrativo che scuote e smuove gli eventi è il dottor Laszlo, figura tormentata da un violento passato e dalle presenti inquietudini sentimentali e professionali. Un’indagine “nella mente del serial killer” sapientemente orchestrata dagli autori  (qui la recensione della prima stagione).

Ma nella seconda stagione qualcosa di importante cambia.

Non in termini di qualità del prodotto. Anzi, questi nuovi episodi sono, se possibile, anche più serrati e inquietanti dei primi dieci, ma semplicemente il protagonista non è più lo stesso.

La principale ed evidente differenza tra le due stagione è infatti un passaggio di consegne da Laszlo alla bella Sara Howard.

Si chiama sindrome di Fonzie (in riferimento a ciò che avvenne con Happy Days) e avviene appunto quando un personaggio originariamente secondario diventa il principale artefice dell’universo narrativo.

Come nella prima stagione è interessante la commistione tra i fatti e personaggi reali come Roosvelt, il magnate Pj Morgan, il malavitoso Paul Kelly, il poliziotto Thomas Byrne, e tutto l’universo fittizio creato dalla penna di Carr. La seconda stagione Angel of Darness si apre sulla cruenta condanna a morte sulla sedia elettrica inflitta a Martha Napp personaggio ispirato a Martha M. Place prima donna ad essere giustiziata in quella atroce maniera nel 1899. Un ottimo espediente narrativo che permette agli autori di avviare la trama e il senso ultimo di questo nuovo capitolo di The Alienist.

L’attenzione diegetica della serie si sposta infatti sull’universo femminile: il ruolo di madre, i diritti per le donne, il loro status nella società del tempo, le conquiste, i sacrifici e i pregiudizi.

L’importanza del messaggio non toglie nulla alla fruibilità del prodotto che rimane un piacevolissimo thriller psicologico con vaghe atmosfere orrorifiche dai ritmi incalzanti e le atmosfere cupe e spettrali.

Quanto al cast se Daniel Brühl è sempre in overacting, Evans fa quel che può, sono le donne a mettersi maggiormente in mostra. Si conferma per le sue doti la bella Dakota Fanning, ma la vera protagonista e sorpresa della nuova serie è l’esordiente Rosy McEwen nel ruolo di Libby, capace di rubare la scena a tutti.

Nonostante qualche scorciatoia narrativa e qualche personaggio non perfettamente a fuoco, questa seconda stagione si conferma all’altezza della prima, aprendo, senza forzature, ad un nuovo possibile capitolo.