Il primo biglietto da visita per questa nuova serie Netflix sono Charles Forsman e Jonathan Entwistle, già autore della graphic novel e regista di The End of the F***ing World.
I Am Not Okay with This replica la formula di TEOTFW: pochi episodi da 19/24 minuti per una durata complessiva di poco superiore a quella di un qualsiasi cinecomic.
Se il trend del momento è: teen-adventure, anni ’80 e superpoteri, allora I Am Not Okay with This sembra concepito per lasciarsi amare dallo spettatore tipo di Netflix.
La storia è quella di Sydney (Sophia Lillis) una sensibile e timida diciassettenne che ha da poco perso il padre suicida e che si relaziona a fatica con la madre. Il mondo dell’adolescente ruota attorno al fratellino minore, Liam (Aidan Wojtak-Hissong) e alla sua migliore amica Dina (Sofia Bryant) che come lei si è appena trasferita nella piccola cittadina di Brownsville, in Pennsylvania. Tra la paura di perdere la sua cara amica che si è appena fidanzata e l’elaborazione del lutto paterno, Sydney ha degli anomali scatti d’ira.
Tutto ha inizio quando involontariamente fa sanguinare il naso di un suo amichetto. Quindi i poteri telecinetici della giovane ragazza diventano sempre più incontrollabili. Scagliare con la sola forza del pensiero palle da bowling o abbattere alberi. Insomma superpoteri che però deve riuscire a controllare. L’unico che è al corrente di questo segreto è il giovane Stanley Barber (Wyatt Oleff) vicino di casa e spasimante di Sydney.
Allegoria del disagio adolescenziale che esplode in maniera parossistica, I Am Not Okay with This affronta diversi temi legati al passaggio all’età adulta.
Dal passaggio all’età sessualmente consapevole, ai conflitti famigliari, all’importanza del ruolo genitoriale, all’omologazione sociale, bullismo e omosessualità. Un classico coming of age che cavalca l’onda dei recenti film e serie sull’argomento proposti soprattutto da Netflix a partire proprio da Stranger Things. Con la serie cult dei Duffer Brothers, I Am Not Okay with This condivide anche i produttori e la nostalgia ’80. L’aspetto nostalgico si esprime non tanto con l’ambientazione storica ma con i palesi omaggi a film come Breakfast Club e alla colonna sonora (Here Comes Your Man dei Pixies e More Than This dei Roxy Music tra le tante).
Assolutamente da non perdere il finale “depalmiano”!