Cos’altro si potrà mai dire di un film con un titolo così telegrafico e tanto definitivo come Godzilla vs. Kong e la sua rivelatrice tagline “One Will Fall” (Uno di loro sarà sconfitto)?
Eppure questo Godzilla vs. Kong sorprende, andando oltre la ludica esperienza visiva.
Adam Wingard, regista cult di horror come You’re Next e The Guest capisce da subito che ci sono due cose importanti da mettere in chiaro. La prima è che se uno va al cinema a vedere un film che si chiama Godzilla vs. Kong, vuole vedere Godzilla e Kong che se le danno di santa ragione. La seconda cosa, e qui ritorniamo alla tagline, è che uno dei due vince e l’altro soccombe.
Il soggetto è molto semplice: Godzilla è a piede libero e sta distruggendo città seminando il panico un po’ ovunque. L’agenzia di criptozoologia Monarch decide di affidarsi all’altro titano che popola il mondo Kong, che nel frattempo ha imparato il linguaggio dei segni e comunica con una piccola sordomuta. Inizia così un viaggio pericoloso verso il centro della terra dove tutto ha avuto inizio. Un luogo selvaggio e inesplorato che Kong chiama “home”.
Sequel di Godzilla II – King of the Monsters del 2019 e di Kong: Skull Island del 2017, la pellicola è anche il trentaseiesimo film su Godzilla e dodicesimo su King Kong.
Tutto è iniziato nel lontano 1962 quando la Toho, proprietaria dei film di Godzilla, e l’Universal unirono i mezzi per creare King Kong vs Godzilla. Due mostruose icone del mondo occidentale e di quello orientale a confronto. Da allora tante cose sono cambiate e questo nuovo capitolo della saga, valorizza ancor di più la sottotraccia ecologista. Si perché alla fine il film di Adam Wingard ci spiega che per quanto la natura possa essere mostruosa e violenta, l’uomo resta il peggior nemico dell’uomo stesso.
La sceneggiatura di Eric Pearson e Max Borenstein si divide da subito in due tracce narrative separate che procedono parallelamente. Una segue le vicende di Kong (ed è quella preferita dagli autori), con Alexander Skarsgård, Rebecca Hall, Eiza González e la giovanissima Kaylee Hottle. Dall’altra parte c’è una sgangherata squadra che cerca di seguire Godzilla e di capire il perché del suo folle attacco agli umani. A capo di questa combriccola c’è Millie Bobby Brown insieme al suo amico Julian Dennison e a Brian Tyree Henry nei panni di un tecnico cospirazionista della Apex Corporation.
Ovviamente non ci soffermeremo a evidenziare le incongruenze, qualche esagerazione e le forzature di un film che s’intitola Godzilla vs. Kong. Ne elogeremo piuttosto una certa solidità nello script e la regia fresca al servizio di una pellicola spassosa e leggera a dispetto di questi due pesi massimi che se le danno come fossero due novelli Evander Holyfield e Mike Tyson.