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Fargo – Stagione 3: la percezione della realtà

Che qui a Fargo lo si voglia bene è un fatto: l’amore è sbocciato con il film, per poi proseguire appassionato con le prime due stagioni della serie ispirata al lavoro dei Coen (ne parlammo rispettivamente qui, qui e qui).

Per questa terza season, il cast alza il tiro giocandosi un poliedrico Ewan McGregor, sdoppiato nella parte di due gemelli diametralmente opposti: il benestante Emmit, padre di famiglia e imprenditore affermato da una parte, lo stempiato e sovrappeso agente di custodia Ray, un uomo con su scritto ‘perdente’ sin dall’adolescenza.

Ovviamente vi sono ben altre sfumature in gioco, e uno screzio vecchio di anni tra i due servirà da miccia per i tipici avvenimenti grotteschi, assurdi à la Fargo. E torna con essi il male della porta accanto, puro ai livelli del Lorne Malvo della prima stagione: questo uomo nero è V.M.Varga, che fa del suo anonimato la sua più grande forza.

Battute in più lingue e un cavo orale agghiacciante sono sufficienti per dipingere un personaggio temibile, viscido e intelligente, che non può non lasciare a disagio.

Ma non è assolutamente da meno il resto del cast il cui punto maggiore di forza (non me ne voglia Carrie Coon, semplicemente magnifica nella parte dell’ufficiale di polizia Gloria) è nei personaggi secondari, uno su tutti Sy Feltz.

Il braccio destro di Emmit è in fondo un piccolo uomo, protagonista di scene tragicomiche. Poi solo tragiche.

Piccolo perchè mosso dalla paura, perchè immobile persino di fronte a nefandezze contro una donna; ma anche leale fino alla fine col suo caro amico, e protagonista di alcuni momenti davvero alti di pura e disperata consapevolezza del proprio mondo che va a pezzi.

E come non parlare dello Sceriffo? Il contraltare allo spirito scaltro e responsabile di Gloria è un uomo dalle solide convinzioni…anche se sbagliate.

Ma è forse qui il punto di questa terza stagione: al netto della recitazione di livello, degli omaggi onirici al grande Lebowski e degli excursus nell’animazione o nell’action puro, resta il forte messaggio verso l’odierna distorsione della realtà.

E’ poi così importante sapere la reale versione dei fatti? O è piuttosto la versione riconosciuta dai più, a divenire reale?

In tal senso, Varga e Gloria sono gli estremi assoluti in questa lotta tra verità del potere e verità pura. La stagione chiude dunque un cerchio da una sala di interrogatori dove è il potere a vincere a una dove…sta a voi decidere: I trascorsi di Varga lo rendono estremamente sicuro di sè, ma il sorriso deciso di Gloria, proveniente da una donna arrivata a mettere in dubbio se stessa davanti a una porta automatica che non si apre, non può non darci fiducia.

E allora si perdonano le sbavature di personaggi che se ne vanno con un anti-climax, o il ritmo incerto di alcuni episodi, perchè è negli ultimi, infiniti secondi della decima ora di Fargo che si concentra tutto il lavoro egregio svolto da questa Season.

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.