E alla fine arriva Negan: TWD

Ringraziamo il nostro amico e fan Genny per la sua opinione!

HEAVY SPOILERS

Dopo 7 mesi di attesa, di angoscia e sopratutto d’ipotesi molte delle quali campate in aria, per sapere chi Negan con la sua amata Lucille avesse ucciso a bastonate, finalmente o purtroppo, è arrivato il momento della verità.

Ho visto l’episodio in contemporanea con gli USA, in versione originale e poi il giorno dopo in italiano, e posso dire che sono rimasto sconvolto entrambe le volte.
Tuttavia devo ammettere che sentire la voce originale di Negan, ovvero Jeffrey Dean Morgan, è tutt’altra cosa, ti fa raggelare, ma anche l’interpretazione di Andrew Lincoln ovvero Rick è straordinaria.

L’episodio è uno dei migliori mai visti, di tutte le stagioni, ti emoziona dall’inizio alla fine, senza un attimo di tregua.

Tutto inizia con un dialogo serrato tra Negan e Rick, mostrandoci una pozza di sangue, della vittima di Negan.

Dopo la sigla continuiamo a seguire Negan che mette in difficoltà Rick con una miriade di zombie, e finalmente tramite un flashback, vediamo cosa è successo.

Ripartendo dalla conta che ci aveva lasciati nell’ultimo episodio della scorsa stagione e finalmente vediamo chi è la vittima prescelta. Si è proprio lui, il “roscio” (come lo  chiama Negan) Abraham, che dopo aver incassato la botta, se ne và lasciandoci con una frase epica ” succhiami ..”.
Sembrerebbe finita lì, con la vittima designata, ma Daryl si ribella e viene bloccato. Nonostante questo Negan lo grazia, per poi colpire il povero Glenn, facendogli schizzare un occhio fuori dalle orbite,  dandogli la forza prima di andarsene di dire le sue ultime parole alla sua amata Maggie “amore io ti troverò”.

Una scena straniante non solo per la brutalità di Negan su entrambe le vittime, ma sopratutto nel pensare che non non ci sarà più il piccolo/grande Glenn, personaggio molto amato, presente dalla prima stagione, e che varie volte ha scampato la morte.

La scena finale con tutti a tavola, compresi Abraham e Glenn con in braccio il figlio (nella realtà non è ancora nato) è struggente.

D’ora in poi niente sarà più come prima: probabilmente è l’inizio della fine.