Home Rubriche Horror Un grembo in pericolo: A l’interieur – (2007)

Un grembo in pericolo: A l’interieur – (2007)

Abbiamo accennato più volte di come i francesi, in fatto di cinematografia potrebbero (come anche noi italiani per non offendere nessuno) insegnare cinema di tutti i generi ad ogni altro paese. E negli ultimi anni, in particolar modo nel mondo dell’horror stanno raggiungendo delle vette incredibili.
L’ultima perla del genere dei transalpini  è un film che nonostante a Cannes 2007 abbia spinto più di mezza sala ad abbandonare la proiezione del film prima della fine per le scene di violenza presenti, è sicuramente un buonissimo prodotto.
Partiamo dal plot, forse l’unica cosa un po’ esile del film. Le protagoniste sono femminili. Sarah, al quarto mese di gravidanza, ha perso il compagno in un incidente stradale. Per fortuna il bambino è salvo, e cinque mesi dopo, manca ormai poco alla nascita del pargolo.
La ragazza decide di passare da sola la vigilia di Natale, e per il giorno seguente è già d’accordo col  suo capo, che la passerà a prendere per portarla in ospedale per il parto.

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Ma la sera, mentre la ragazza prova ad addormentarsi, accadono due cose poco rassicuranti : la prima, un incubo in cui il bimbo le esce dalla bocca, e una donna, che bussa alla porta, dicendo di conoscere Sarah, e di volere con sè il nascituro, a tutti i costi.
I due registi Alexandre Bustillo e Julien Maury sono partiti da una trama molto molto scarna e semplice, ma hanno condito il tutto con ottime scelte.
Innanzi tutto l’idea di base. Questa volta l’home invasion ci mostra il parallelo tra la casa che funge da elemento protettivo per Sarah, ed il suo corpo che invece deve difendere il suo futuro bambino. L’invasione che però viene messa in atto, non è solo quella delle quattro mura di casa, ed è quello che più ci spaventa del film : il grembo materno viene attaccato, quel grembo materno che ci fa sentire sicuri dal primo giorno di gestazione alla nascita non è più un qualcosa che riesce a proteggerci, perchè in questo caso viene attaccato in maniera veramente cruda e violenta.
Il film è girato completamente in ambiente chiuso, e dopo i primi minuti di tranquillità in cui ci viene presentata più o meno la protagonista entra in scena un’altra donna, che vuole Sarah, e ancor più il suo bambino, non si sa per quale motivo (questo lo lasciamo al film).
Di sangue se ne vede parecchio, e le scene gore non mancano e sono ben girate. L’orrore non è però dato da quest’ ultime, ma dall’idea di fondo. Siamo già abituati a vedere violenze su violenze, uccisioni, sgozzamenti, gole bucate. Ma qui l’orrore è portato ad un livello più alto, e si rivolge al gentil sesso. Si perchè solo una donna può capire cosa significhi proteggere la creatura che si porta in grembo a tutti i costi, contro ogni tipo di violenza. Il corpo di Sarah diventa la casa stessa, sotto assedio.

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Ed allora ecco spuntare forbici, coltelli, ferri di qualsiasi tipo, per sfondare il muro, o il grembo in questo caso, ed arrivare a quella piccola creatura. Una violenza dopo l’altra, sempre in casa, ed un piccolo particolare : ogni volta che una porta viene  aperta, ecco che si apre una nuova lacerazione.
Ottime le inquadrature, che unite alla poca luce utilizzata riescono a creare alcune scene dalla tensione davvero alta, ed anche qui tornano ad essere protagoniste le porte ; le inquadrature spesso le riprendono aperte, in modo che qualcuno non si sa da dove, non si sa quando, possa entrare, e continuare con la violenza.
Questi francesi ci sanno proprio fare. Partono da delle trame non molto costruite, a volte anche semplicistiche, mettono la giusta dose di tensione, i giusti litri di sangue, ma l’orrore lo sviluppano maggiormente nel messaggio che vogliono lanciarci, ed in “A l’interieur” (“Inside” il titolo nelle sale americane) il messaggio è veramente spaventoso. Gli horror francesi ti tengono incollato alla sedia o alla poltrona mentre li vedi, e poi ti mandano a dormire con lo stomaco in rivolta per tutta la notte, ed anche per i giorni a venire. E quando un horror provoca questo nello spettatore, l’esame l’ha superato.

CHAPEAU.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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