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L’amica geniale: un successo Rai ed HBO

Sono appena andate in onda su Rai 1 i due episodi conclusivi de L’amica Geniale. La serie è la trasposizione televisiva, quasi completamente in dialetto,  dell’omonimo libro, il primo della quadrilogia di Elena Ferrante, diventata ormai molto famosa non solo in Italia. La serie è nata dalla collaborazione della Rai e dell’emittente HBO. Collaborazione che ha dato vita ad un prodotto di gran successo sin dal primo minuto.

Il progetto è stato molto ambizioso e rischioso. Dar vita all’adattamento televisivo di un libro così famoso a livello mondiale, comporta, in generale,  la necessità di fare scelte il più dettagliate e attente possibile. Anche una minima discrepanza rischierebbe di rovinare ogni equilibrio. In questo caso la sfida era molto ardua. Come riuscire a trasmettere un universo di sensazioni, emozioni, paure e pensieri che sono cruciali per lo svilupparsi della storia, ma che accadono per lo più nella mente di Elena, voce narrante? La regia di Saverio Costanzo, la scelta di Elena Ferrante, autrice dei romanzi, come collaboratrice nella stesura delle sceneggiature ed un cast che sembra quasi aver preso vita dai libri, hanno collaborato per rendere L’Amica Geniale una fierissima riproduzione televisiva.

Le sfide sono state due per la serie: conquistare il pubblico che non aveva letto i libri e conquistare nuovamente chi i libri li ha letti e amati, avendo delle aspettative molto alte. Visti gli ascolti e le recensioni nel corso delle settimane, si può affermare che l’Amica Geniale abbia vinto entrambe le sfide.

I quattro libri di Elena Ferrante narrano le particolari storie di Elena, detta Lenù, e Lila dall’infanzia fino all’età adulta. Le due vivono in un rione nella Napoli degli anni del dopoguerra e, attraverso la voce narrante di Elena, ne apprendiamo stile di vita e restrizioni. Vi dominano povertà, corruzione e voglia di evasione dei più giovani.

Soprattutto, l’amica geniale, è la storia di un’amicizia, tanto paradossale quanto straordinariamente infrangibile, nonostante le avversità. Lenù e Lila, bambine prima e adolescenti poi, sono l’una l’opposto dell’altra. Un’amicizia che continua nonostante i due modi di crescere diversi, nonostante una vada a scuola e l’altra no. Più una ha successo, più l’altra cerca di raggiungerla; più sono diverse e più diventano inseparabili. D’altronde se ci pensiamo, è facile seguire chi viaggia sullo stesso binario con noi, ma l’amicizia tra chi viaggia diversamente da noi, è un’altra storia. E’ un’amicizia fatta di scontri, i corse e di rallentamenti per raggiungersi a vicenda.

Le due ragazze non potrebbero essere più diverse. Lila è un personaggio affascinante che brucia dalla voglia di essere libera. Sembra quasi che questa sua fiamma attiri i ragazzi del rione e la porti a cercare l’avventura. La stessa Elena afferma nel suo racconto, che la vita di Lila era decisamente più piena della sua, piena di idee e piena di ragazzi segretamente innamorati di lei.

Lila si vuole ribellare al sistema. Non vuole sottostare ad un sistema chiuso che impedisce alle donne di studiare e le vuole in casa a fare “faticare”. Vuole continuare a studiare, il padre le impedisce di farlo, lei si ribella, studia da sola per conto suo affittando dei libri. Scrive un piccolo libricino da piccola e da adolescente impara da sola a tradurre perfettamente il latino (tanto da insegnare il metodo giusto a Lenù, che continua la scuola) e legge i classici. Lila è una mente, è geniale Non accetta la sconfitta, tanto da essere a volte presuntuosa.

Poi c’è Lenù. Timida, schiva e abile osservatrice, spesso non può non rimanere stupita dalle azioni impulsive dell’amica. Dell’osservare, Elena, farà la sua grande forza. Anche lei, infatti, è geniale e non si tratta solo di essere la migliore della classe. La sua genialità sta anche in altro e si mostra nel corso degli avvenimenti. Impara osservando. Osserva Lila, intuendo che quella bambina sarà per lei una fonte di conoscenza e di ispirazione. Ne osserva ad esempio lo stile di scrittura e si lascia insegnare il metodo di studio per usarli ancora meglio. Osservare la rende anche intuitiva.

Quindi alla fine, chi è veramente l’amica geniale?

Nel corso degli episodi, oltre Lenù e Lila, un altro elemento ha agito da protagonista: il rione napoletano, diviso tra la miseria assoluta e la ricchezza che arriva con le prime auto. Esso è descritto come se fosse quasi deformato, presente in ogni circostanza con i suoi palazzi e la sua piazza, ma chiuso nei ricordi di Elena. Un non-luogo che con il grigiore racchiude tutto ciò che vi è dentro, condannandolo ad una monotonia e ad una chiusura mentale che le ragazze soffrono.

La serie non doveva restituire quindi un luogo in se, ma un insieme di meccanismi e sensazioni che il rione restituiva. Per queste ragioni nella serie il rione è spento, claustrofobico, uguale in ogni stradina…si ha quasi la sensazione di vivere in un luogo isolato dal mondo. Il rione parla attraverso gli amici di Lila e Lenù, attraverso le voci di piazza, chi è contento del poco che ha, chi vuole evadere e chi diventa la temuta e ricca mafia del posto (come i fratelli Solara).

Il mare non c’è, è lontano, visto da pochi e presente nelle fantasie di molti. Le piccole Lenù e Lila marinano la scuola per andare alla ricerca del mare. Per quanto si cerchi di  scappare, il rione è vivo in ogni personaggio, a partire dal dialetto. Ognuno di loro lo parla con confidenza e velocemente, rendendolo quasi un altro personaggio. La sua presenza è fondamentale, senza, al contrario, la serie avrebbe perso di verità ed efficacia. Il dialetto è un elemento che mostra quanto Elena si allontani dagli altri personaggi nel corso degli episodi. Più va a scuola, più migliora il suo italiano.

La scelta del cast può vantare una cura e una ricerca dei dettagli ben riuscita. Una scelta che ha puntato su attori esordienti e quasi per nulla conosciuti nel panorama cinematografico. Magnifiche e spontanee le interpretazioni della protagoniste. Elisa Del Genio e Margherita Mazzucco (rispettivamente la piccola e l’adolescente Elena), hanno saputo cogliere sin da subito, le sfumature di Lenù: timida, dalla voce quasi impercettibile e dall’apparente passività. Restituiscono con lo sguardo le sue paure ma anche la sua forza nascosta.

La piccola Ludovica Nasti e la giovane Gaia Girace, invece, prestano i volti al personaggio di Lila. Attrici dallo sguardo magnetico, misterioso, tanto provocatorio quanto attraente, caratteristiche formano l’animo di Lila. Una scelta per ponderata, ma non solo riguardo alle protagoniste. Tutti gli altri personaggi sono abilmente interpretati da un cast azzeccato, che non ha fatto altro che portare un valore aggiunto alla qualità della storia. Alcuni parlano di più, altri meno, ma tutti lasciano il segno. Ogni loro sguardo, ogni loro battuta si regge sola. Un esempio fra tutti, l’ambigua figura della maestra Oliviero. La donna che avrà sempre uno sguardo di fierezza per Elena e i suoi studi e con uno di rancore per Lila, per averli interrotti.

L’Amica Geniale è prodotto del quale l’Italia deve essere fiera. Curato nei minimi particolari, dalla recitazione alla sceneggiatura, dalla scenografia ai costumi, arrivando anche ad alcune scene che possono vantare un montaggio tattico. Un esempio è la scena di un matrimonio che si celebra nell’ultimo episodio, mostrato come un filmino amatoriale dell’epoca, anche un po’ rovinato. I temi trattati nel libro,come il pensiero comunista, l’istruzione e l’abuso, sono messi in scena in maniera abile e delle volte anche cruda, ma necessaria (nonostante proprio per questo, la RAI abbia deciso di tagliare alcune scene, senza che fosse molto necessario farlo).

Insomma l’Amica Geniale durante questo mese ha confermato le sue possibilità di perla italiana. Se non ancora non l’avete guardata, ve ne consigliamo la visione.

A Cura di Lagertha