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Macchine mortali, bello senz’anima – La recensione

In un mondo post-apocalittico dove le città viaggiano su ruote, due persone si incontrano a Londra e cercano di fermare una cospirazione.

Tratto dall’omonimo romanzo di Philip Reeve, esce nelle sale di tutto il Mondo “Macchine mortali”, il primo lungometraggio importante di Christian Rivers, effettista Premio Oscar nel 2006 per i migliori effetti speciali in “King Kong”.

Questo Waterworld del nuovo millennio parte in modo convincente richiamando un po’ il cinema di Miyazaki, ironizza sulla cultura e gli usi di oggi, ma poi non fa molto altro. Dopo una mezz’ora sembra di vedere un fantasy d’azione col pilota automatico senza anima. Un vero peccato visto che esteticamente non è male ed è curato in maniera molto soddisfacente.

Una delle scene migliori
“Macchine mortali” è un libro dalla bella copertina dal contenuto povero e sconclusionato.

La sceneggiatura è un vero pasticcio visto che presenta una processione interminabile di personaggi senza anima e poco interessanti. La storia di base è poco chiara e spesso si ha l’impressione di vedere i protagonisti che corrono, corrono e corrono senza un motivo ben specifico. I colpi di scena che snocciola nell’ultima parte non sorprendono visto che gli intrecci sono di un’ovvietà sconcertante. La storyline del personaggio cattivo (?) Shrike è inutile visto che serve per allungare il brodo e crea confusione intorno al succo principale, comunque esile. Il cattivo, anche se interpretato dal sempre bravo Hugo Weaving, è senza appeal e di una scialberia unica. A un certo punto il film avanza così a inerzia che si ha il desiderio di premere il tasto della velocità raddoppiata.

“Macchine mortali” è un mal di testa senza anima che prende un po’ di qua e un po’ di là (tipo Rogue One) senza dare niente di proprio.
Il cast bello in modo assurdo senz’anima

Buono il cast giovane anche se sembra di vedere la collezione steampunk di un catalogo qualsiasi di H&M. Belli, poi? Tutti molto impegnati a sembrare cool, strong, bitchy. A conti fatti il personaggio più interessante che rimane di più è l’unico acqua e sapone, ovvero la Katherine Valentine di Leila George. Dispiace vedere il talentuoso Robert Sheehan (indimenticabile nella serie cult “Misfits”) relegato all’ennesimo ruolo che avrebbe potuto interpretare chiunque altro.

“Macchine mortali” riesce comunque a divertire e intrattenere e la visione scorre, specialmente se si guarda col cervello spento. Un vero peccato perché inizia in modo veramente interessante e intrigante, ma poi tutto viene gettato alle ortiche.

VOTI FINALI
voto
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Redattore e Co-fondatore

Cantante lirico, attore, insegnante e... cinefilo! Amo il cinema in ogni suo genere con un'adorazione particolare per il cinema europeo specialmente britannico, visto che sono un sostenitore della scuola inglese. Molto spesso dalla parte opposta dei blockbuster e sulla strada degli indie e del cinema d’autore non solo di oggi... Pochi effetti speciali e molte emozioni!