Home Serie tv Welcome to Twin Peaks- Il decimo episodio della terza stagione

Welcome to Twin Peaks- Il decimo episodio della terza stagione

Twin Peaks torna a darci soddisfazioni con la decima e per ora ultima puntata uscita della serie. Le cose cominciano a quadrare, finalmente, così che tutti i puntini vengano uniti e il puzzle completato. Sarà così anche alla fine? O Lynch ci lascerà pieni di misteri?

Se prima il regista ci aveva destabilizzato con l’ottavo episodio (che è il meno lineare e più misterioso, criptico dell’intera serie visto fino ad ora), ora è tornato, dopo la nona puntata, con un’altra più frammentaria e stabile. Qui, scopriamo come il male a Twin Peaks non sia mai andato via. Se nei vecchi anni, il villain della situazione era magari Leo Johnson, stavolta a ricoprire quel ruolo è Richard Horne, il figlio dell’attesissima Audrey (ma che fine avrà fatto?), che subentra in casa della nonna aggredendola e derubandola. Il suo intento è scappare via dalla città dopo aver investito un bambino, con l’aiuto dell’agente Chad, suo complice.

L’assassinio di Miriam.

Il fulcro della puntata è la violenza, soprattutto quella sulle donne. Vediamo ad esempio la violenza indotta da Richard nei confronti di una certa Miriam (che ammazza nella sua roulotte dopo che la donna aveva fatto la spia nei suoi confronti) e di sua nonna; quella subita da Becky, la figlia di Shelly, da parte del suo ragazzo Steven. Scene crude, brutali, ci riportano in mente quelle in cui Leo Johnson picchiava duramente la fragile Shelly con una saponetta ad esempio. Le donne a Twin Peaks così vengono violentate mentalmente, ammazzate, aggredite e picchiate come se fossero un mero oggetto (mentre dall’altra parte il portento Naomi Watts nel suo ruolo decisivo gode dei piaceri della carne con il nostro Cooper nei panni di ”Dougie Jones”, essendo immune a tali violenze).

La violenza subita da Becky.

I segreti di Twin Peaks così tornano e se ne accumulano di ulteriori, lasciando lo spettatore sempre più a bocca aperta. I siparietti di Gordon Cole sono forse tra i momenti migliori di tutto lo show. La puntata stavolta è adornata dal rosa (dalle magliette, agli abiti) e questo forse potrebbe star a significare l’importanza della femminilità nella serie e, soprattutto, nell’intera puntata, dove le protagoniste sono per l’appunto le donne. Le donne che ci riportano alla mente la fragile e al contempo forte Laura Palmer, vittima delle violenze e degli abusi di BOB/Leland. Perché qui a Twin Peaks ogni vittima è riconducibile alla primissima vittima dello show, perché tutto ruota ancora intorno a lei: Laura. Lo vediamo in più di una scena, dove Gordon apre la porta ad Albert e vi trova una Laura in lacrime (una delle scene più belle del revival), oppure quando la signora Ceppo, parlando ad Hawk, riesce a dirgli queste parole:”Laura è la sola”.

La visione di Laura Palmer.

Un mix di grandi emozioni, a partire dalla visione isterica di Laura, alla vista dei personaggi storici e di quelli nuovi, bizzarri, ingenui, divertenti e totalmente in stile Lynchano. Se all’inizio ci ha cullato la canzone malinconica cantata da Harry Dean Stanton, a fine puntata (come quasi in tutti gli episodi, a partire dai Chromatics a finire ai Nine Inch Nails), vediamo un nuovo brano, ”No Stars”, stavolta scritto da David Lynch e interpretato dalla già vecchia musa Rebekah Del Rio (Mulholland Drive). Cosa ci aspetterà nelle prossime puntate? Riusciremo a comprendere il significato dell’ottava puntata e di tutto ciò che sta accadendo a Twin Peaks e nel South Dakotah? Per ora, quel che si sa, è che a prescindere da come finirà questo lungo e immenso film di 18 ore, Lynch sarà sempre in grado di farci sognare.