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Radice di 9 – La recensione

In un gruppo di amici trentenni, il primo che si sposa crea sempre della reazioni contrastanti. Cosa succederebbe se proponesse di fare una cosa a tre per l’addio al celibato?

L’accoppiata Daniele Barbiero, regista e sceneggiatore, e Luca Nicolai, sceneggiatore, torna con la sua fidata e talentuosa troupe dopo averci fatto innamorare del loro “Mirror”, che nel corso della stagione ha fatto incetta di premi. Si ripete la stessa magia anche in questo “Radice di 9”?

In poco meno di venti minuti veniamo invitati a questa serata di amici trentenni, ognuno diverso con qualche scheletro nell’armadio. Basta la parola matrimonio per scatenare l’Apocalisse. Minuto dopo minuto vengono snocciolati dei temi molto interessanti e per niente banali: dal sesso all’omosessualità fino a interrogarci sul vero significato di amicizia. I veri amici sono quelli con cui vai incondizionatamente d’accordo oppure sono quelli che si mettono in discussione, si pugnalano ma poi continuano a parlarsi?

Dietro le quinte di 'Radice di 9'. Foto di Martina Mammola
Dietro le quinte di ‘Radice di 9’. Foto di Martina Mammola

Daniele Barbiero sfrutta ogni singolo secondo al meglio, segue in modo dinamico gli amici tra un colpo di scena e l’altro. Definire “Radice di 9” una commedia risulta quasi riduttivo. Aggiungerei anche thriller per ritmo serratissimo e situazioni che si vanno a creare.

Il giovane regista romano dirige generosamente uno stuolo di stelle del momento e di domani. Non si vede spesso così tanti talenti così pieni di carisma in un solo cortometraggio! Intensa la splendida Matilde Gioli (“Il capitale umano”), convincenti Guglielmo Poggi e Cosma Brussani, ottimi Francesco Montanari (“Romanzo criminale – La serie”, amato dal sottoscritto in “Come non detto”) e l’ipnotica Denise Capezza.

Agli antipodi la giovanissima ma decisamente promettente Matilda De Angelis (apprezzatissima in “Veloce come il vento”) nei panni della new entry del gruppo Viola e Teresa Romagnoli, la quale cattura l’attenzione con il suo personaggio Marta. Germano Gentile ci offre una matura interpretazione stratificata del gay Germano. Stefano Patti ci regala un’intensa prova da grande attore in un ruolo non facile. Un nome che farà sicuramente strada.

Come potete intuire, tutti sono convincenti e nessuno prevale sull’altro, anche se qualcuno è più in luce a livello di sceneggiatura. Sicuramente lo spettatore si identificherà facilmente in uno o più personaggi per quanto sono belli e variegati!

Matilda De Angelis è Viola. Foto di Martina Mammola
Matilda De Angelis è Viola. Foto di Martina Mammola

“Radice di 9” racconta una classica sera tra amici in modo assolutamente originale. Un’orgia di talenti, davanti e dietro la macchina da presa. Uno di quei prodotti che ti fa dire il cinema italiano è decisamente in ottime mani e che non stanca di visione in visione. Il suo unico difetto è di finire troppo presto.

Prodotto dalla Maestro Production, il corto è stato presentato Sabato scorso alla Festa del cinema di Roma