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Living with Yourself – Mi sdoppio in due

Che si fottano i corsi motivazionali in stile Tony Robbins, che ci vogliono nella versione migliore di noi stessi.

Mariti ideali, dipendenti indefessi e amici brillanti da sfoggiare in ogni occasione. Partiamo dunque dalla fine, dalla morale di tutta questa storia.

Cercare di perdere un po’ di peso, mangiare più verdura e leggere qualche libro in più, va bene. Cambiare per diventare qualcuno diverso da noi invece, può non essere una decisione tanto saggia. Accettiamoci per quello che siamo e impariamo ad amare anche i nostri difetti che ci rendono così umani e unici.

Living with Yourself è una serie televisiva statunitense targata Netflix, ideata da Timothy Greenberg e diretta da Jonathan Dayton e Valerie Faris.

Il protagonista, o forse sarebbe meglio dire i due protagonisti, sono Paul Rudd nel ruolo di Miles Elliot e Paul Rudd in quello del clone “perfetto” di Miles Elliot.

L’uomo sulla quarantina ha un lavoro che odia in un’agenzia pubblicitaria e un matrimonio infelice con Kate (Aisling Bea) rancorosa per lo scarso entusiasmo del marito all’idea di fare un figlio.

Sempre più insoddisfatto e depresso, l’uomo, su consiglio di un collega, si rivolge così ad una clinica, che promette di renderlo con poche migliaia di euro, una persona migliore.

Nonostante qualche titubanza iniziale Miles accetta di sottoporsi al trattamento. Incredibilmente però si risveglia in una fossa! Non solo, tornato a casa scopre di essere stato rimpiazzato da un suo clone.

Black comedy brillante non del tutto originale come idea di base (Mi sdoppio in 4 di Harold Ramis o Gemini Man di Ang Lee) Living with Yourself ha un eccellente ritmo e cliffhangers azzeccatissimi tra un episodio e l’altro che rendono questa serie irresistibile.

La verve di Paul Rudd aiuta a smorzare i toni a tratti inquietanti dello script, alleggerendo l’impianto drammaturgico e facendo pendere la bilancia verso una sorta di versione comica di Black Mirror .

Nella colonna sonora spicca la celebre canzone di Rupert Holmes – Escape (The Piña Colada Song) che parla di un uomo stanco della routine sentimentale che pianifica la fuga con un’altra donna,per poi scoprire che è proprio la sua amata “old lady”.

Insomma Living with Yourself sembra volerci dire che la felicità è come quel mazzo di chiavi che non riusciamo mai a trovare quando andiamo troppo di fretta.

Basta aprire gli occhi e magari cercala in quel posto che troppo spesso abbiamo dato per scontato, magari una vecchia credenza.