Una serial killer, nominata ‘La Mantide’, decide di collaborare con la polizia quando un copycat comincia a replicare i suoi omicidi avvenuti più di due decenni prima.
Uscita nel Dicembre 2017 su Netflix, La Mante è una mini-serie thriller francese di sei episodi che scorre meravigliosamente con una tensione costante e un ritmo avvincente.
In questa storia Il silenzio degli innocenti incontra i gialli di Argento, ma non solo!
La vicenda entra subito nel vivo, senza fronzoli, e le indagini si dipanano tra un omicidio e l’altro e una scoperta e l’altra senza tempi morti e scene inutili. Il minutaggio è ottimizzato alla grande e l’interesse non cala mai, neanche un secondo. C’è poi questa presentazione della violenza cruda, marcia, sporca senza filtri come abbiamo apprezzato più volte nel migliore cinema di Dario Argento con un serial killer misterioso, imprevedibile, temibile e abbastanza complesso.
Ottima la regia di Alexandre Laurent – esperto nel genere poliziesco investigativo – che segue e fa sviluppare la storia in modo ispirato con gusto, tensione, regalandoci scene orchestrate in maniera veramente ottima.
La sceneggiatura non ha buchi, tutti i nodi vengono al pettine e il cerchio si chiude nel migliore dei modi. Impossibile parlarne senza fare spoiler, quindi meglio non andare oltre. Interessante il lavoro psicologico tra madre-figlio, figlio-moglie e copycat-serial killer che non cade mai nel banale. C’è interesse nell’andare a fondo nella psiche dei personaggi che non emergono bidimensionali, ma pieni di interessanti sfumature, contrasti e contraddizioni.
Fantastica Carole Bouquet nei panni della glaciale e imperturbabile Mantide, una serial killer che ti entra sottopelle e che non dimentichi. Perfetta nel ruolo scritto in maniera ottima. Bravissimo Fred Testot nei panni del protagonista Damien, uomo imperfetto e proprio per questo apprezzabile.
La Mante è un ottimo prodotto, una delle migliori sulla caccia al killer che si può trovare su Netflix. Le uccisioni sono originali, la storia è terrificante visto che è molto reale e funziona tutto a meraviglia. Anche se si diverte a omaggiare classici come Misery non deve morire e Shining, questa mini-serie ha una propria identità e non cade mai nell’essere copycat. L’episodio finale perde un po’ di mordente, ma non poteva concludersi in altro modo.
Fortunatamente non ne è stata fatta una seconda stagione, anche se la tentazione c’era vista la buona riuscita di questi sei episodi intriganti, agghiaccianti, misteriosi e avvincenti.