Madeline, Celeste e Jane sono tre mamme di bambini che frequentano la prima elementare. La loro vita è all’apparenza perfetta, ma ognuna di loro nasconde qualche scheletro nell’armadio, o meglio, dentro casa. Come ciliegina sulla torta viene preannunciato un omicidio. Chi sarà la vittima?
“Big Little Lies” è una miniserie auto conclusiva di sette puntate tratta dall’omonimo romanzo scritto da Liane Moriarty. Inizia come una versione impegnata di “Desperate Housewives” con la presentazione di donne belle, ricche e invidiate, ma subito dopo diventa molto più di un prodotto glamour fine a sé stesso.
Ogni personaggio ha qualcosa da nascondere e più un personaggio è invidiato più ha qualcosa di triste da sopportare dentro le mura di casa.
Quindi l’invidia, le schermaglie, i misteri sono protagonisti assoluti di questa miniserie, un thriller d’autore che ha un crescendo di tensione presentata con naturalezza e crudezza, come le insostenibili scene di violenza domestica tra il personaggio di Nicole Kidman e suo marito Alexander Skarsgard. Viene creato un nodo di ansia così forte che quando viene sciolto, solo nel season finale, arriva a far piangere.
La regia di Jean-Marc Vallée è eccellente, anche più incisiva dei suoi ultimi lavori cinematografici come “Dallas Buyers Club”, il montaggio è magistrale, la fotografia di Yves Bélanger è di una bellezza spiazzante. La sceneggiatura di David E. Kelley (Ally McBeal), anche ideatore della serie, è solida, scritta in maniera eccellente e ha dei dialoghi e monologhi che rimangono impressi nella mente.
Il cast è a dir poco eccellente: ottima Reese Witherspoon, convincente Shailene Woodley, sempre più interessante e promettente Zoe Kravitz la quale si sta costruendo una gran carriera con estrema intelligenza. Nicole Kidman merita menzione a parte nei panni di Celeste Wright, un’interpretazione molto profonda, intensa. L’attrice si immerge completamente nel suo personaggio sin dalla prima puntata e ruba spesso la scena alle sue colleghe.
Le sue scene da vittima di violenza domestica per mano del suo partner Alexander Skarsgard, mai così bravo, arrivano come delle lame affilate allo spettatore che segue inerme le innumerevoli percosse presentate in modo molto realistico.
Altra menzione di onore l’ottima Laura Dern, grande interprete che merita un posto più grande sia nel cinema che nella televisione. La sua Renata è a dir poco detestabile! Molto bravi i comprimari maschili, ognuno perfetto nel proprio ruolo, da Adam Scott (partner della Witherspoon) a Jeffrey Nordling (partner della Dern).
Questa mini serie è altissima televisione d’essai di una bellezza sconvolgente destinata a re-watch su re-watch. La HBO non ne sbaglia una! Un crescendo di interesse, fascino, disperazione che sfocia, durante il season finale, nel meraviglioso galà di beneficenza con le protagoniste vestite da Audrey Hepburn. Iconiche!
A conti fatti la serie è più vicino al capolavoro “American Beauty” che a “Desperate Housewives”: la perfezione e bellezza solo in superficie, tutta questa tristezza e disperazione accumulata dentro casa!
Ogni puntata è una piccola perla che, messa una vicina all’altra, fa di “Big Little Lies” una splendida e preziosa collana da ammirare e amare. Capolavoro? Assolutamente sì!