Un paio di doverose premesse. Punto primo: non ho avuto piacere di leggere il manga, per cui non starò a sindacare sul mancato approfondimento di questo o quel personaggio e/o sviluppo narrativo; punto secondo: questa serie è più vicina a Bojack Horseman che a Zootropolis per maturità di contenuti.
Tenere lontano bambini amanti di animali parlanti.
Beastars è un anime derivato dall’omonimo shonen con protagonista Legoshi, remissivo lupo grigio che vive in un mondo di animali antropomorfi, dove le specie carnivore sono condizionate per la pacifica convivenza con gli erbivori: vietata la carne e qualsiasi sfogo di violenza.
In questo contesto, Legoshi è un timido e gentile tecnico del club teatrale; è più imponente della media dei suoi compagni – carnivori compresi, come il suo miglior amico Jack, un labrador – e come tutti i carnivori, viene spesso malvisto dagli erbivori.
Le cose peggioreranno con l’assassinio del collega di teatro alpaca, da parte di un predatore…
Jack è Leale e sincero, come la sua controparte animale
L’universo di Beastars è molto maturo e, al netto di alcuni momenti più leggeri, usa con intelligenza l’allegoria animale per dire molto sulla natura dell’uomo e dei propri sopiti instinti.
Legoshi lotta quotidianamente contro la propria natura, il proprio istinto animale perseguitato dalla società. E’ una lotta su più livelli e il cui esito non è affatto scontato, nè tantomeno determinare dove sia il giusto.
Da un lato, la società necessita di regole per poter funzionare, e senz’altro l’introduzione del sangue nella dieta dei carnivori segnerebbe la parola fine a questa utopia animale; dall’altro, qual è il prezzo da pagare nel vivere un’intera esistenza strozzando la propria identità?
La questione si fa ancora più complessa quando lato animale e sentimentale si mescolano. Neanche a dirlo, L’enorme lupo grigio resterà attratto da una coniglietta nana, Haru. Uno sbaglio su più livelli: diverse specie, incompatibilità fisiche evidenti e l’istinto che dovrebbe mostrarla agli occhi di Legoshi come una succulenta preda, più che una partner. Di qui i continui conflitti interiori del protagonista.
Cedere ai propri istinti o combattere con razionalità la propria natura?
I personaggi hanno una diversa risposta a questa domanda. L’anime riesce infatti a dar empatia e profondità anche agli altri antropomorfi.
A livello visivo Beastars alza l’asticella verso l’alto: la CGI non è più il male assoluto!
In Primis Haru, il cui impatto sociale del proprio aspetto e natura trova conseguenze davvero non banali, meno scontate rispetto al nostro caro lupo; interessante anche il cervo Louis e gli approfondimenti dietro il suo apparente perfezionismo.
Il mondo di Beastars è interessante e fornisce continui parallelismi con il nostro. Chi scrive non è orientale ma è davvero brillante vedere l’equivalente della Yakuza (indovinate che animali) o i mezzi impiegati da politici per fare carriera.
Una nota, doverosa, al comparto tecnico: Beastars è ineccepibile a livello visivo. L’uso di computer grafica è importante ma ottimamente impiegato, non facendo mai rimpiangere questa scelta. Di altissimo livello anche l’uso di luci e il comparto sonoro.
L’anime è assolutamente consigliato, rivelandosi una notevole aggiunta al catalogo di anime Netflix. E per una volta, evitate il salta intro: i titoli di testa fanno opera a sè.