Dopo il successo de Una scomoda verità, uscito nel 2006 e che ha ricevuto anche l’Oscar come miglior documentario nel 2007, Al Gore torna nelle sale cinematografiche con Una scomoda verità 2.
Il docu-film sugli evidenti problemi legati al surriscaldamento globale del nostro pianeta lascia molti aspetti allo spettatore su cui riflettere.
Innanzi tutto ci mostra il vero concetto di credere in un ideale.
Quello che Gore sta dimostrando al mondo intero da più di venti anni è proprio questo. La sua vita e i suoi sforzi lavorativi hanno sempre avuto come obiettivo principale quello di salvaguardare la nostra casa, il nostro pianeta.
Obiettivi che Gore stesso si era prefissato in anni in cui ancora nessuno aveva la minima percezione del pericolo che ora la nostra Terra sta seriamente correndo.
Un visionario insomma.
Che prima di tutti aveva intrapreso una strada che oggi ha sensibilizzato ormai milioni di persone verso un cambiamento che non può più tardare ad arrivare.
Venti anni fatti di traguardi raggiunti, obiettivi portati a termine, ma anche vent’anni di insuccessi, fallimenti, delusioni.
Ma alla fine c’è sempre un solo credo. Continuare a combattere.
Per la Terra, per quei milioni di persone che nel mondo soffrono per i disastri naturali, si ammalano per il sempre più crescente tasso di inquinamento dell’aria,per quelle migliaia di rifugiati ambientali che negli ultimi anni stanno aumentando sempre di più.
La tenacia di quest uomo nel contrastare l’inquinamento globale trasuda in ogni secondo di questo interessantissimo documentario.
Un secondo aspetto è quello del tempo. Non c’è più tempo per continuare ad utilizzare, o meglio sfruttare in eccesso tutte le potenzialità e le risorse della nostra amata Terra. Bisogna cambiare. Bisogna invertire la rotta. Le immagini dei disastri nelle Filippine, delle inondazioni della Florida, dello scioglimento dei ghiacci nella Groenlandia sono delle avvisaglie molto gravi e letali che il nostro pianeta ci sta segnalando.
Per farci capire che non abbiamo più tempo. Non possiamo continuare a guardare, dobbiamo agire per poter lasciare un domani il nostro pianeta migliore di come l’abbiamo trovato per le generazioni future.
Il terzo è la speranza.
Il docu-film ci da una grande speranza in un futuro migliore perchè ci mostra come molti paesi e molte organizzazioni stiano già cercando di invertire la rotta con soluzioni alternative alle energie inquinanti.
Tutto per rendere la nostra casa e la vita delle persone sul pianeta migliore.
E tutto questo grazie a uomini come Al Gore. Persone che vivono la loro vita pensando solo ed esclusivamente al benessere degli altri che si sono e degli altri che verranno.
I registi Bonni Cohen e Jon Shenk riescono a creare un ottimo mix in cui la determinazione, le preoccupazioni e le forti motivazioni di Gore vengono fuori in ogni sua espressione, ogni sua parola, ogni suo gesto, discorso. Il tutto alternato con le incredibili scene che questo problema sta creando in tutte le parti del mondo (lo smog in India e Cina, lo scioglimento dei ghiacci nell’Artico, la siccità in Siria).
Con le immagini e i dati confortanti di quei paesi che stanno davvero lottando per questo cambiamento.
Perchè di casa ne abbiamo e ne avremo una sola, e perchè il nostro compito primario, è e sarà sempre difenderla e renderla ogni giorno migliore.
Un documentario che ognuno di noi dovrebbe vedere. Scomodo, perchè ci mette di fronte a ciò che forse non vogliamo vedere, sapere, per voglia di non fare. Ma vero, perchè ci mostra una verità che prima o poi tutti, saremo costretti ad affrontare.