Home Rubriche Outsider Un nome che mette tutto in discussione: IL NOME DEL FIGLIO

Un nome che mette tutto in discussione: IL NOME DEL FIGLIO

Doveva essere una solita, semplice, rimpatriata tra amici / familiari quella dell’ultimo film di Francesca Archibugi Il nome del figlio. C’erano come al solito tutti.


I padroni di casa, ovvero la coppia formata da Sandro (Luigi lo Cascio), un professore universitario sposato più con Twitter che con sua moglie, la sua appunto consorte, Betta (Valeria Golino), le cui manie del marito per il lavoro e per i suoi amici virtuali la lasciano praticamente sola ad occuparsi di lavoro, casa e famiglia, c’è Claudio (Rocco Papaleo), musicista istrionico e di spiccate idee comuniste.

Ed infine la coppia formata da Paolo (Alessandro Gassmann), fratello di Betta, agente immobiliare dalla parlantina facile e diretta, e sua moglie, la novella scrittrice di romanzi Simona (Michaela Ramazzotti).

Non sarà però come già detto una cena tutte risate e ricordi.
Perchè si parte da una piccola scintilla, un piccolo, leggero particolare, che fa venire fuori una baraonda.
Sarà il nome che Paolo e sua moglie vogliono dare al loro futuro bimbo che aprirà una sequela di polemiche, vecchi rancori e segreti nascosti che sembra non avere fine.
Parte tutto dal particolare nome che la coppia ha scelto e poi tutte le cose non dette, i rancori nascosti tornano a galla.
Non si salverà nessuno del quintetto dal giudizio o dal pensiero altrui, e ne verranno fuori delle belle.
E’ passato soltanto un mese dall’inizio del nuovo anno, e dopo aver visto Hungry Hearts di Saverio Costanzo ed essere rimasto pienamente soddisfatto del lavoro prodotto, devo ancora una volta ammettere di essere rimasto piacevolmente sorpreso anche da quest’ultimo lungometraggio della Archibugi.
Il rischio di flop c’era.

La quiete “prima” della tempesta.

La pellicola è l’adattamento della pièce teatrale intitolata Le Prénom e remake della commedia francese Cena tra amici. Ora, i nostri cugini transalpini sono bravi nelle commedie, e quel film è riuscito molto ma molto bene, pur avendo un tipo di comicità diversa dalla nostra.
Forse meno diretta della nostra, più ricercata, a metà strada tra noi e lo humor inglese.
Inoltre un remake parte quasi sempre un gradino sotto l’originale. Ma la Archibugi questa volta è riuscita a fare un grande lavoro.
Innanzi tutto ha cambiato un po’ le carte in tavola terminando il film in maniera diversa dalla pellicola di
Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte.
La buona scrittura dei dialoghi è una delle cose che più si notano durante la visione.

I primi dissidi

Battute serrate, scambi di opinioni, e poi ogni tanto qualche pausa, cortesia della canzone di Lucio Dalla Telefonami tra vent anni e dei pattugliamenti dell’aeroplanino / videocamera dei figli di Betta e Sandro, che invece di dormire, vigilano, su queste persone mature che sembrano comportarsi in maniera più infantile di loro stessi.
I personaggi hanno la giusta caratterizzazione, molto attuale e funzionale.
Betta è una donna sull’orlo di una crisi di nervi.
Sandro è molto colto ma ha forti problemi a socializzare, rinchiudendosi tra i suoi libri e i suoi Twitter.
Paolo è un agente immobiliare di successo, che va dritto al sodo, bravo con le parole, come richiede il suo mestiere, e gran giocherellone.
Claudio svelerà ai suoi amici un segreto che non tutti avrebbero voluto sapere-
E Simona, una donna diretta, non un mostro di cultura ma nemmeno una sprovveduta.

Le conseguenze della tempesta.

Sarà lei infatti ad un certo punto della storia a cercare di riportare tutti alla tranquillità.
Lei che è l’elemento esterno al resto del gruppo, che già si conosce dall’età adolescenziale.
Girato in spazi chiusi, tutto all’interno dell’appartamento di Sandro e Betta, il film si fa guardare per tutta la sua durata, fa riflettere il giusto, non si prende troppo sul serio e non annoia mai, anche quando il ritmo della storia sembra prendersi qualche piccola pausa.
Le interpretazioni degli attori sono tutte sopra la sufficienza, e sono ben miscelate insieme.
Più spontanee quelle di Papaleo e della Ramazzotti e più teatrali quelle del duo Gassmann ( che sa davvero ricoprire qualsiasi ruolo gli si consegni ) e Lo Cascio.
La Golino che all’inizio del film è un po’ tenuta in disparte verso la seconda metà del film viene fuori alla grande.
Una commedia italiana da non perdere.