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The Beatles – Eight Days a Week

Beatles

Ringraziamo la nostra amica e fan Chiara Staffolani per la sua recensione dell’ultima pellicola di Ron Howard sui quattro ragazzi di Liverpool che hanno conquistato il mondo intero: i Beatles!

1962-1966: i quattro anni che hanno cambiato la storia della musica moderna e che hanno consacrato i Beatles come icona e fenomeno di massa. Sono i quattro anni che il regista Ron Howard ha deciso di raccontare nel suo documentario, intervallando interviste e filmati d’epoca con interventi attuali; sono soprattutto Paul, George, John e Ringo a parlarci e a raccontarci di come si siano trasformati nella più famosa band di tutti i tempi, capace di rivaleggiare, in termini di popolarità, nientemeno che con Gesù Cristo! (L’affermazione venne fatta da John Lennon nel marzo 1966, ripresa poi quattro mesi dopo dalla stampa americana ed estrapolata dal suo contesto, con tanto di accuse di blasfemia).

Dagli inizi nei locali di Liverpool e Amburgo fino all’ascesa dei concerti negli stadi, con decine di migliaia di spettatori e scene di delirio collettivo: l’occhio discreto di Ron Howard cattura e assembla tutto ciò, utilizzando anche degli inediti materiali d’epoca, ma lasciando che siano soprattutto le parole e la musica a raccontare la vita di questi quattro ragazzi. Sono ironici, scanzonati, le loro interviste sono un continuo botta e risposta tra i membri della band, i loro dischi scalano le classifiche di mezzo mondo, rimanendo ai vertici per molte settimane.

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Tengono ritmi altissimi, tant’è che i giornalisti di allora non fanno altro che chiedersi fino a quando sarebbero stati in grado di reggere ciò; e il momento clou arriva il 15 agosto 1965, in occasione del concerto allo Shea Stadium di New York: sono presenti più di 55.000 spettatori, le urla dei fan in delirio sono talmente forti da sovrastare le voci dei Beatles e la musica (in aggiunta, l’impianto audio era completamente insufficiente).

E’ una sorta di punto di non ritorno: i concerti dal vivo continueranno ancora per un anno circa, ma con un diverso spirito, riflettendo anche il percorso di crescita di ognuno dei membri della band. Continuano comunque a comporre e a registrare e inizia, per i Fab Four, quel periodo di maturità artistica che li porterà a produrre  “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, considerato il miglior disco di tutti i tempi.

La parte finale del film è dedicata a quel memorabile concerto tenutosi il 30 gennaio 1969 sul tetto dei loro uffici di Londra: un concerto per pochi intimi, l’ultimo live dal vivo di una band che ha scritto la storia della musica. Le parole e le interviste non servono quasi più, Howard lascia che sia la musica a raccontare e a trasportarci in quell’inverno londinese, lasciandoci forse con una punta di rammarico per un sogno finito troppo presto. Ma il fatto che, a 50 anni di distanza, siamo ancora qui a cantare le loro canzoni e a emozionarci davanti alla visione dei loro filmati, la dice lunga su quanto siano stati importanti e abbiano inciso nella Storia, non solo della musica!

La chicca finale di questo documentario è costituita dai 30 minuti del concerto allo Shea Stadium di New York (tenutosi il 15 agosto 1965), un filmato completamente rimasterizzato e che consente di immergerci in quell’atmosfera di delirio collettivo chiamato “Beatlesmania”!