Home recensioni horror Anteprima: The Autopsy of Jane Doe – La recensione doppia

Anteprima: The Autopsy of Jane Doe – La recensione doppia

Una giovane donna viene ritrovata morta dalla polizia, semisepolta nella cantina di una casa dove vengono ritrovate altre persone, barbaramente uccise. Il cadavere della donna viene portato nel locale obitorio, gestito da padre e figlio, per l’autopsia di rito. Intanto giunge la sera, e con essa una tempesta di vento e pioggia fortissima. Durante l’autopsia i due uomini riscontreranno stranissime anomalie nel corpo della donna…

L’opinione di Max Payne – Il quarantunenne regista norvegese André Øvredal si era contraddistinto a livello mondiale per il discreto p.o.v. “vichingo” TROLL HUNTER, distribuito in tutto il mondo e foriero di un notevole successo di pubblico e, in parte, di critica. Con “The Autopsy of Jane Doe” cambia invece registro. La sua ultima fatica è un horror al 100%, senza nessuna concessione all’ironia, e senza strizzatine d’occhio ad altri generi. Un horror fatto e finito. Ma soprattutto un horror molto bello. Tutto o quasi ambientato nel claustrofobico ed inquietante obitorio, “The Autopsy of Jane Doe” basa tutto il suo appeal sull’attesa. Un’attesa degli eventi che non è mai noia.

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Brian Cox con Emile Hirsch

Anzi, è un’attesa carica di tensione, tensione pura, a volte quasi insopportabile. Ad aumentare questo stato di perenne angoscia, almeno per i primi 40 minuti di pellicola, contribuisce molto l’idea, in verità non proprio originale, che da un momento all’altro, fuori dall’obitorio, potrebbe scatenarsi una tempesta epocale. Un altro fattore di ansia viene creato dalle continue inquadrature in primo piano del viso della morta, con questi occhi apertissimi e beffardi. In altri film horror ad un certo punto il regista avrebbero fatto sbattere le palpebre alla morta.

La povera Jane Doe
La povera Jane Doe

Eccolo, il mostro che si “risveglia”. Per fortuna “The Autopsy of Jane Doe” percorre strade meno banali in fatto di sceneggiatura. La prima parte del film è la migliore, la più tesa. La seconda parte è già un po’ più debole e sfilacciata. Ma il film si riprende ampiamente nel finale, tosto come piace agli horrorofili duri e puri. Ottimi i 2 protagonisti, Brian Cox ed Emile Hirsch. Dopo TROLL HUNTER, discreto ma non pienamente convincente, André Øvredal con “The Autopsy of Jane Doe” fa un ulteriore passo avanti, e confeziona un horror di grande tensione e notevole spessore. Aspettiamo con interesse il suo prossimo lavoro, sperando sia sempre un horror!

L’opinione di GianDrewe – Arrivato al secondo posto al Premio del pubblico nella sezione “Midnight Madness” dell’ultimo TIFF e vincitore del premio miglior film horror all’ultimo Fantastic Fest, questo “The Autopsy of Jane Doe” è veramente un bel film horror. Il regista è Maestro nel creare sin da subito un ottimo clima di tensione e mistero che aleggia sul bellissimo cadavere angelico della ragazza del titolo.

Minuto dopo minuto oltre a essere ‘inquietati’ dalla situazione che si va creare, lo spettatore diventa sempre più intrigato nello scoprire dettagli sulla morte della giovane: come mai ha gli organi interni bruciati, ma la pelle esterna è integra?

What ever happened to Jane Doe?
What ever happened to Jane Doe?
La tensione cresce sempre di più fino a diventare insostenibile e adrenalinica per gli amanti del genere. Dei primi piani crudi sull’autopsia rendono realistico il film donando ancora più terrore alla vicenda.

Con questo tipo di ripresa l’ottimo regista sembra voglia far diventare anatomopatologo lo spettatore. Come detto precedentemente da Max Payne, il film ha un’ottima prima parte e una seconda un po’ più debole, ma fortunatamente si riprende alla grande per il gran finale che sta perfettamente in piedi.

Emile Hirsch e Brian Cox in trouble
Emile Hirsch e Brian Cox in trouble

La sceneggiatura non è eccellente, ma è perfettamente al servizio della storia. “The Anatomy of Jane Doe” è decisamente un buon horror solido destinato a diventare un cult.

VOTI FINALI
voto
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Redattore

Cinefilo incallito fin dalla tenera eta', collezionista di film e organizzatore di eventi di cinema e musica. ha organizzato 4 edizioni della "splatter holocaust night", festival di musica metal e corti horror; decine di concerti rock, punk e metal. Appassionato soprattutto di horror estremo, ma anche di film d'autore europei e della buona fantascienza; ha un debole per gli spaghetti western.