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Speciale Fino all’ Inferno Parte 3 – Cast

KAVITA ALBIZZATI (LILY)

Kavita Albizzati

1) Come sei entrata a far parte del film ?

Per puro caso nonché per grande fortuna!
Stavo sfogliando le notizie su Facebook quando ho visto che Alessandro Carnevale Pellino (che già conoscevo quando io andavo al liceo) aveva condiviso questa comunicazione urgente: l’attrice che inizialmente doveva interpretare questo ruolo per vari problemi ha dovuto rinunciare all’ultimo, così dopo aver letto attentamente gli elementi richiesti per il personaggio, mi sono candidata per l’audizione.
Credo inoltre che la mia fortuna (o follia dipende dai punti di vista) sia stata anche di essermi presentata con 38 di febbre al provino elemento che mi ha permesso di essere davvero me stessa togliendo completamente l’ansia e facendo vedere al massimo le mie capacità che hanno dato modo di essere scelta per questo ruolo quasi nell’immediato!

2) Parlaci di quello che è stato il tuo lavoro all’interno del progetto.

Il mio solo ed unico incarico è stato quello di rivestire i panni della co protagonista Lily
poiché è stata la mia prima volta effettiva davanti a una telecamera per un ruolo così
importante e tutta la produzione mi ha lasciato massima libertà e concentrazione per dare il meglio di me stessa nell’interpretare questo personaggio.

3) Parlaci brevemente del tuo personaggio all’interno del film.

Lily: è la dolce, sexy e imbranata ragazza di Rusty.
Così dolce, sensuale e innamorata del suo ragazzo, ma allo stesso tempo dannatamente gelosa, ossessiva, premurosa e insopportabile.
Proprietaria del pub Medioevo’s è una giovane donna spigliata e comica e nonostante le sue fragilità lotterebbe con tutte le sue forze pur di sopravvivere e darebbe la vita per il suo uomo e le persone a lei care.

4) Cos’è che maggiormente ti è piaciuto del tuo lavoro?

Credo che la parte migliore di tutto il lavoro sia stato il clima in sé che si è creato, in
particolar modo sul set. Infatti, nonostante la mia iniziale timidezza, non ho avuto molte
difficoltà nel relazionarmi con tutto il team e in particolare ad approfittare in senso positivo della loro disponibilità nell’insegnarmi tecniche cinematografiche a me talvolta sconosciute.
Ho avuto grande possibilità di imparare sul campo senza restrizioni nonostante il mio
compito fosse soltanto di attrice, ma si sa che se si ama il cinema, la fame di conoscenza in tutti i campi di questo mondo viene da sè.

5) Il compito più difficile che hai dovuto svolgere?

Premetto che il lavoro svolto non è stata proprio una passeggiata, ma credo che per una
freddolosa come la sottoscritta, dover interpretare un personaggio che anche in baita, cioè in montagna, si mette i pantaloncini e un maglioncino con sotto solo il reggiseno, direi che è stata una grande impresa!
Sì, per tutte le riprese non ero molto coperta e ho ringraziato il regista, nonché il protagonista, che vedendomi tremare in una delle scene cruciali del film,
mi ha gentilmente concesso per pietà di uscire dal locale mettendomi il cappotto!
Non so se sia stata chiara: il compito più difficile è stato girare a temperature per me gelide, a qualsiasi
orario e con qualsiasi clima, vestita come se fosse estate!

6) Com’è stato lavorare con il regista Roberto D’Antona e con tutto il resto del cast ed i vari reparti che hanno permesso la realizzazione del film?

Lavorare con ogni singolo membro del team per me è stato come stare in una grande
famiglia che mi dava sempre energia, positività e grinta per affrontare senza troppe paure
questa grande avventura.
Alloggiando da Annamaria Lorusso per me lei è stata come una mamma e una sorella maggiore, sempre positiva, vera e disponibile, piena di belle parole e sempre pronta all’ascolto.
Roberto, ovviamente essendo il regista, riusciva ad essere severo e duro, ma allo stesso tempo mi ha messa in ogni momento a mio agio per poter dare il meglio sia per la ottima riuscita del film, ma soprattutto per me stessa e la mia neo carriera da attrice cinematografica.
Erika Verzotti, beh senza di lei e la sua complicità in molte situazioni sarei andata in panico e nonostante la sua giovane età, grazie alla sua tenacia e maturità, mi ha insegnato molto al di fuori della parte attoriale in sé.
Infine per quanto riguarda Paola Laneve, lei era come una confidente, potevo contare su di lei sempre e aveva ottimi consiglio da darmi che mi facevano tornare sulla retta via quando nei momenti di panico pensavo di non riuscirci.
Come potrete ben capire ho lavorato in un clima ottimale per esser stato il mio primo lavoro professionale sul set, mi ritengo molto fortunata.

7) Quali sono le tue aspettative per Fino All’Inferno?

Sinceramente credo di non riuscire ad avere un’opinione molto chiara, ma visto il lavoro che c’è stato, il livello di bravura sia registica, del suono e attoriale, mi aspetto se non un gran successo, almeno grande curiosità nel voler andare al cinema a vedere un film innovativo e difficile per il cinema italiano.
Sono molto positiva, non perché faccio parte del cast, ma perché ho potuto vedere con i miei stessi occhi la passione e il gran lavoro che credo porterà a un film che comunque lascerà il segno.

8) Un ricordo o un episodio particolare accaduto durante la lavorazione del film.

Di ricordi ne ho eccome e uno più bello, emozionate, divertente dell’altro, ma non potendo
dire troppo del film ce n’è uno in particolare che mi rimarrà sempre impresso nella mente.
Non potrò mai dimenticare la sofferenza fisica che mi ha portato a interpretare facilmente ed esasperatamente la sofferenza e il dolore, in una delle scene più difficili che ho dovuto
interpretare.
Ho dovuto correre a piedi nudi sulla ghiaia, al freddo e con un abbigliamento non proprio
appropriato per le condizioni climatiche di quella giornata.
Il clima era quasi glaciale con gelide folate di vento che mi facevano tremare a tal punto che non riuscivo neanche a parlare e l’unica cosa che mi rimaneva era piangere come una bambina cosa che comunque non riuscivo a fare perché anche li viso era congelato e di conseguenza anche le espressioni del volto risultavano neutre.
Inoltre, mentre mi disperavo sperando che il tutto finisse il prima possibile, non poteva mancare la grande gomitata che un attore (non posso dire chi per non fare spoiler) mi ha dato al ginocchio (ovviamente per sbaglio) appoggiandosi per la scena, facendomi quasi uscire il ginocchio e lasciandomi zoppa per le seguenti scene finali dove ormai in me esisteva solo rassegnazione e la grande convinzione che tutto questo
dolore non sarebbe stato invano.

9) Contenta di aver fatto parte di questo progetto?

Non credo che l’emozione e la felicità che ho provato nel partecipare a questo progetto
possa essere ridotto all’aggettivo contenta.
Sono più che orgogliosa ed euforica di aver fatto parte di questo grande team e sono cresciuta nella giusta severità e nell’inaspettata dolcezza e cura di questo mondo difficile e particolare.