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Jupiter’s Legacy: Sheldon e i Supereroi in azione

Jupiter’s Legacy: Supereroi in tutina coordinata e mantello. Queste, le prime due cose che si notano appena si preme play su Netflix. Caratteristiche che ricordano molto i film vecchio stampo.  Una spiegazione c’è: la storia è presa dai fumetti di Mark Millar.

La logica sarebbe quella di riprendere costumi e mosse disegnate nei fumetti, e quindi anche enfatizzate. Bisognerebbe, però, ricordare a Sang Kyu Kim (Showrunner della serie dopo l’abbandono di Steven S. DeKnight) che anche la Marvel trae spunto dai fumetti, senza scadere mai nel banale o peggio nel trash.
Lady Liberty, Utopian e Brainwave
Lady Liberty, Utopian e Brainwave, triade a capo dell’Union League
La trama è inizialmente poco chiara, tanto che lo spettatore si trova a pensare di “aver perso” qualche minuto di film. I supereroi entrano infatti subito in azione contro un essere malvagio (molto somigliante a Thanos) che sembra indistruttibile. In questa scena si scatena un po’ di entusiasmo nello spettatore. Durante il combattimento si scoprono, non solo i componenti dell’Unione della Giustizia (il nome della squadra, e si, ci poteva essere più fantasia per distaccarsi da Justice League) ma anche alcuni loro superpoteri.
Dura poco.
Due membri muoiono, e rimangono in tre gatti a combattere, ma con un pugno Brandon (Andrew Horton) figlio di Shelodon Sampson alias Utopian (interpretato da Josh Duhamel) uccide Blackstar aprendogli in due la faccia. Viene da chiedersi era così difficile?
Utopian e Blackstar
Utopian e Blackstar nel primo combattimento dei supereroi
Ma questa legione, creata da Sheldon, ha delle regole ben precise: non entrare nelle questioni politiche e non uccidere (nemmeno se la tua squadra viene decimata, a quanto pare).
La trama non è lineare nel tempo. Sono presenti diversi flashback negli anni 30, che mostrano la vita di Utopian quando era solo Sheldon, senza superpoteri. Belle però le ambientazioni e i vestiti scelti, in effetti si apprezzano di più i richiami al passato, realistici e interessanti, rispetto alla storia presente.
Si fatica a capire la trama inizialmente, perché i richiami al 1930 sono frequenti e si ha l’impressione di non capire dove il regista voglia arrivare.
non ancora Supereroi
Sheldon e la Jupiter’s legacy negli anni 30′
La Storia in sè non è male, anche originale.
L’elemento di novità: i protagonisti non nascono supereroi. I possessori di superpoteri sono tanti, e per essere ammessi nell’unione devono superare dei test di condotta ed essere allenati. Ricordando un po’ gli X-men con codice morale e training.
Si nota subito come i poteri si ereditino anche dai genitori. I protagonisti oltre a Sheldon e Lady Liberty sono infatti, anche i due figli ( Chloe e Brandon) e altri componenti della famiglia come lo zio Walter con il potere di controllare la mente. All’intero della storia vengono sviluppati anche drammi famigliari, scontati e già visti.
Traendo le conclusioni, la trama non entusiasma se non dopo il quinto episodio in cui si inizia a capire un po’ il senso della serie.
L’unico vero argomento che viene sviluppato è il mistero di come questi umani, senza apparentemente nulla di particolare, abbiano avuto i poteri.
Tutto il resto prosegue a ritmo lento e senza una storyline degna di essere chiamata tale. Noiose le parti della figlia ribelle, bambina viziata, e del figlio sempre sottovalutato dal padre.
Gli effetti speciali non sono riuscitissimi, ma un po’ finti. Viene da chiedersi se sia voluto. La storia potrebbe essere bella e originale ma viene sviluppata male.
Nota di merito i due attori protagonisti: Josh Duhamel e Leslie Bibb.
Bravissimi nel loro ruolo, da patriarca e madre dei supereroi senza scadere nel banale e con una recitazione che salva la serie.
Consiglio, cercate di arrivare fino al quinto episodio, dimenticate i primi cinque, godetevi il finale.

 

A cura di 

Eleonora Vignudelli