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IT capitolo 2 – non ho letto il libro

it capitolo 2

Il primo capitolo dell’ IT di Muschietti è stato un successo senza se e senza ma, accogliendo i favori di pubblico e critica (e nostro, per quello che conta) senza alcun timore di confronti con la serie tv 90′.

Tengo a precisare, come da titolo, che non sono un fan del libro alla ricerca della più minuziosa differenza con la controparte di carta; motivo per cui mi limiterò a cosa mi ha trasmesso il film, specialmente rapportandolo alla prima parte e alla serie televisiva.

Per chi ha sui 30 anni, la serie ha semplicemente marchiato a fuoco le nostre menti: non si vedrà mai con leggerezza un clown. E dopo tutto questo tempo, c’è chi ancora non se la sente di recuperarla, anche solo per rendersi conto che gli effetti speciali nella seconda parte farebbero per lo più sorridere ed esorcizzare questa paura.

Similmente, anche in questa nuova veste IT riesce molto di più nel primo capitolo: complice l’ormai cronica passione per gli anni ’80; il manipolo di ragazzini con cui empatizzare… insomma, l’inevitabile effetto Stand by me.

it capitolo 2

La dura realtà è che la seconda parte dovrebbe vedere come protagonisti assoluti i Perdenti da grandi; purtroppo troppo spesso il film si appoggia a flashback a al richiamo empatico delle controparti fanciullesche, lasciando poca connessione tra spettatore e il gruppo adulto. Questo a prescindere da un cast di alto livello, limitato forse dalla sceneggiatura.

Il film vanta una durata mostruosa, durata che ahimè si sente appieno; complici appunto i continui ritorni al passato, oltre a scene intere che meritavano decisamente un minutaggio inferiore. Anche qui, non c’è adesione a libro che lo giustifichi: è importante fare i dovuti omaggi e rimarcare il messaggio che Derry è un posto marcio, ma il cameo di King e tutto il prologo sulla coppia omosessuale sono solo un esempio di eccessivo dilungamento.

Il peggior difetto di IT capitolo 2 è però la scarsità di orrore

Il film non trasmette povertà di budget, bensì delle scelte stilistiche infelici: vi sono indubbi picchi di estetica (vedi l’amalgama finale tra gli incubi di Ben e Beverly); IT stesso nella sua forma definitiva è convincente, ma c’è davvero poco Pennywise nel film. Al suo posto, jumpscares con mostri che sembrano citare Beetlejuice (il volpino, davvero??).

It capitolo 2 non è un brutto film di per sè, ma ci si aspettava un film di paura, nonchè un degno successore della prima parte.

Non è stato così.

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Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.