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Il Campione – La Recensione

C’è una sorta di regola non scritta: tenere alla larga cinema e calcio. Sono due ambiti che hanno quasi sempre fatto a botte. Nella storia della settima arte si contano infatti molti disastrose prestazioni e pochi film riusciti.

A differenza degli americani che hanno creato, grazie allo sport, un genere a sé stante, forse per merito della leggerezza del loro approccio e all’enfasi epica e buonista delle loro sceneggiature, quando parliamo di calcio, le cose cambiano. Tutto ebbe inizio con film muto inglese del 1911, Harry the Footballer di soli 11 minuti. Quindi un cult (imperfetto, ma intoccabile) come Fuga per la vittoria di John Huston del 1981. Di recente, oltremanica, troviamo forse alcuni dei film più riusciti sul tema: Best (2000) di Mary McGuckian e The Damned United (2009) di Tom Hooper. Diverso il discorso sul calcio tifato, qui invece c’è un eccellente selezione. In Italia, se si esclude qualche escursione sordiana e tanto trash anni ’80, non ci resta che L’uomo in più, piccolo capolavoro dell’esordiente Paolo Sorrentino.

Dopo questa prolissa prefazione ci apprestiamo a parlare de Il Campione del 42enne romano Leonardo D’Agostini alla sua prima prova dietro una cinepresa. Classico romanzo di formazione (Scialla, Tutto quello che vuoi) su un giovane talento della Roma (inteso come A.S.Roma), il film si avvale della piena collaborazione di buona parte del calcio vero: Trigoria, gli studi Sky, l’Olimpico. Commentano le prestazioni del giovane talentino Christian Ferro (Andrea Carpenzano), gente del calibro di Caressa, Adani, Marocchi, Marianella, Bergomi e la prima fila del giornalismo televisivo e sportivo italiano.

Ferro è un piccolo Paul Gascoigne (ma romanista) più interessato a far parlare di sé, fuori dal campo, a causa delle sue bravate. Ma il ragazzo è un talento cristallino, va solo indirizzato. Attorno a lui (Trigoria compresa) solo tanti pescecani.

Tutti, o quasi tutti, motivati dal solo interesse di far soldi e sfruttare il giro di denaro e interesse mediatico che ruota attorno al giovane. Preoccupato dalla necessità di farlo maturare sia in termini scolastici che personali, il presidente della Roma, decide di assumere a tempo pieno un insegnante o ancor meglio un mental coach (come si chiamano ora). In una dinamica che ricorda per certi versi quella vista con Quasi Amici e nel suo remake americano, viene incaricato il meno probabile dei candidati. Il professore Valerio Fioretti (Stefano Accorsi) è infatti uno che di calcio non ne sa nulla e non conosce neanche il ragazzo. Nonostante la reciproca reticenza iniziale, tra i due presto nasce un emozionante rapporto fraterno che cambierà per sempre la vita di entrambi.

Si, è vero, Il Campione non è esente da una serie di problematiche narrative. Alcuni personaggi sono eccessivamente stereotipati e la sceneggiatura è troppo spesso pavida e didascalica. Stesso discorso vale per la regia che sembra a tratti limitarsi al compitino. Ma il film inspiegabilmente alla fine emoziona e s’illumina di una luce propria. D’Agostini e con lui autori e soprattutto gli attori, riescono a ricreare una realtà verosimile e aderente alla realtà, cosa non facile visto il tema.

Sul giovane talentino della Roma aleggia la figura carismatica di Francesco Totti e delle tentacolari proposte economiche del presidente degli allora, Galácticos del Real, Florentino Perez. L’uomo che tentò invano di strappare il Capitano alla sua Roma. I rimandi poi continuano per la goffaggine dialettica del giovane Christian Ferro e per i (deturpati) murales per le strade della Capitale.

Nota a margine è poi la colonna sonora, sia quella originale firmata da Ratchev & Carratello, che le energetiche canzoni in stile Pro Evolution Soccer, inserite qui e li. Spicca soprattutto la splendida Special Needs dei Placebo, con il quale si chiude il film e il cui testo sembra ammiccare proprio alla storia di questo giovane sogno e delle luci accecanti del successo.

Insomma un film, semplice, coinvolgente e sincero, fatto da romanisti per i romanisti, ma che può essere apprezzato da tutti gli sportivi.