Home Rubriche Horror Found- Quando il gore apre le porte al dramma (Analisi)

Found- Quando il gore apre le porte al dramma (Analisi)

Found
Una scena del film.

Found ha avuto anche uno spin-off diretto da Arthur Cullipher, chiamato proprio Headless. Infatti esso segue la trama della videocassetta vista in Found da Marty e David, riprendendo lo stesso killer. Un film che, a differenza della carica emotiva di Found, punta su uno stile unicamente estremo. Il film di Schirmer non è un film semplice, né banale.  L’innata capacità del regista la si nota dalla furba scelta di utilizzare un ancora sbarbatello come personaggio principale.

I ragazzini, solitamente, hanno una sensibilità maggiore rispetto agli adulti. Questo è ciò che dovrebbe dare il via all’emotività della vicenda, con un prologo in cui il monologo di Gavin Brown che lascia senza fiato. Egli, alla vista di una testa decapitata, si pone quesiti fondamentali a cui le esperienze della vita non hanno ancora risposto. Forse perché non ne si ha avuto il coraggio o forse, semplicemente perché delle risposte non v’esistono.

Ma l’obiettivo di Found è quello di snaturare il succo apparente della narrazione, per portarci a quello reale. Quello che non si vede a occhio nudo, ma che traspare nell’aria, nelle azioni e nelle conseguenze. Cioè che la realtà non è mai come sembra, poiché colui che è maggiormente sensibile è proprio colui che toglie la vita. La stessa vita che il mondo, in passato, col passare del tempo, ha tolto a lui.

Found
Steve è l’omicida in Found.

L’opera artistica di Schirmer ci fa entrare in casa di una famiglia borghese che nasconde marciume inaspettato. Un cliché della vita americana utilizzato come specchio della realtà che da sempre, appartiene all’essere umano. Siamo davanti a una società americana costantemente e fanaticamente razzista, moralista e sessista. Dove la risposta a tutto è incassare e tacere, fino a quando sei tu stesso a reclamare una vendetta mai giunta.

Incassare e restare in silenzio è uno dei comportamenti i cui i protagonisti della storia sono costretti ad utilizzare. Found è un testamento di tutte le vittime di quel sistema lercio e nero. Sistema che, con il silenzio e la violenza psicologica, costringe le persone a contenere interiormente la rabbia e a trasformarsi, poi, come esso stesso. A trasformarsi inconsciamente in un mostro.

Tramite periodi lenti e affascinanti, veniamo trasportati nella curiosa mente di Marty, che ha libertà di espressione con l’utilizzo della voce fuori campo. Ci viene mostrata, attraverso l’utilizzo di immagini sadiche e realistiche, come la realtà non sia altro che un’incessante catena di cronaca nera.