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Found- Quando il gore apre le porte al dramma (Analisi)

Found
Marty e Steve in una foto promozionale di Found.

E tutto è calmo… prima della tempesta”, dice Marty nell’omonimo libro. Quando tutto sembra essere contornato da una calma piatta, rasserenante, si assiste all’imprevedibile uragano. A ciò che distrugge l’esistenza e ti provoca un trauma che neanche il silenzio potrà curare. Alla privazione di ogni possesso affettivo, di sé stesso e di ogni altra cosa.

La vita di Marty a un certo punto, assume le caratteristiche di un film dell’orrore. Neanche nelle videocassette del video-store egli ha mai veduto tanta degenerazione. Il suo mondo da fanciullo viene distrutto, trasformando le fondamenta idilliache in ritratto del malvagio che risiede in ciò che lo circonda.  Il velo dell’ingenuità davanti agli occhi, crolla e fa spazio alla verità che tanto fa male.

Assistiamo, quindi, allo sviluppo della maturità di Marty. Al passaggio dalla spontanea incoscienza dello sguardo di un bambino, alla consapevolezza dei deplorevoli dilemmi che deve affrontare. Ma il male, chi è realmente? E’ forse Steve, che sfoga il suo dolore nell’omicidio e nella depravazione? O forse i suoi genitori, egoisti e distanti? Oppure Marty stesso?

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L’impatto visivo che ha Found nello spettatore.

Found vuole raccontare come un disfacimento familiare possa influire sul mutamento di un suo componente. Ma la vera vittima, chi è? Non i cadaveri delle prede di Steve, non i genitori tanto accusati dei due fratelli. Marty è il riflesso di ciò che è stato Steve, il vero martire di un supplizio, mentale e fisico, che mai ha avuto la sua fine.  Steve è il personaggio più emblematico della pellicola, quello degenerato, che non risponde di sé e delle sue brutali azioni, ma che possiede ancora un’anima.

Egli non è altro che un cucciolo smarrito, a cui hanno destabilizzato il cervello, alla ricerca di una vera casa. Un’anima delicata, segnata e fragile, che ha deciso di abbandonare ogni limite della sanità, per riprendersi, da solo, una dignità perduta. Per riscattare un’adolescenza tormentata e mai più riacquistata. In Found il centro di ogni pezzo del puzzle, è la contorta e affettuosa dinamica tra i due fratelli.

Da un lato Marty nutre un costante terrore verso colui che sa essere il carnefice, ma al contempo è l’unico su cui egli vuole aggrapparsi. Dall’altro, Steve vuole eliminare tutto ciò che è malsano per lui, ma presto trasformerà questa sete di sangue, in un puro gesto di protezione nei confronti del suo fratellino. L’opera è struggente, commovente, poiché l’omicida che non si ferma di fronte a nulla, compone un macabro quadro col solo scopo di salvaguardare suo fratello dai mali che hanno rapito la sua, di innocenza.