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Fear Street part 2: 1978 – La Recensione

Fear Street

Shadyside, Ohio, 1994. Deena Johnson (Kiana Madeira), suo fratello Josh (Benjamin Flores Jr.) e Sam (Olivia Welch) raggiungono una casetta nel bosco in piena notte.

Incontrare l’unica donna della cittadina sopravvissuta all’antica maledizione della strega Sarah Fier, C. Berman, sembra l’unica strada da seguire. Sarà dunque inevitabile per Deena e Josh ripercorrere il terribile mattatoio di 16 anni prima che ha visto come protagoniste le sorelle Cindy e Ziggy Berman (Emily Rudd e Sadie Sink), e tornare con la mente al campo estivo Nightwing, nel 1978.

Fear Street:1978
Sadie Sink in una scena di Fear Street: 1978.

Questo secondo capitolo della trilogia horror Fear Street basata sull’omonima serie di libri di R. L. Stine ha inizio proprio dove il primo si era concluso. Leigh Janiak ambienta, stavolta, l’ampia carneficina di Shadyside in un decennio differente – quello a cavallo tra la fine dei ’70s e il preludio degli ’80s -, a base di campeggio, sesso, musica, serial killer e marmocchi.

La formula (a dir poco intelligente) proposta nel primo film si ripete: minuziosa e notevole ricostruzione dei costumi e le mode dell’epoca, sagace citazionismo dei classici del genere e buona abilità nel ribaltare alcuni cliché e metterli in discussione.

Se nel buon Fear Street: 1994 Janiak e company non erano strati in grado di elevare al massimo le proprie capacità – o potenzialità -, complici un vistoso stile patinato e un miscuglio di due registri (quello più serio da un lato e quello scanzonato dall’altro) non sempre ben collaudato, ecco che recuperano numerosi punti con questo capitolo settantino. FS:1978 è un sequel decisamente superiore e dal tono nettamente più serio (e credibile): già pronto a installarsi nella categoria ”instant cult”.

Fear Street: 1978

Ciò che più colpisce in questo secondo esperimento del trio Janiak-Olkewicz-Graziadei è la scrittura dei personaggi principali e il giusto peso datogli. In particolare, il punto di forza risulta essere il vincente e carismatico duo femminile Ziggy/Cindy, coppia familiare che in qualche modo ricalca, almeno esteticamente, la coppia di fatto del primo capitolo, rubandole la scena: Deena/Sam. In Fear Street l’accento lo si pone sulle tematiche sociali e le dinamiche relazionali, e laddove il primo film analizzava le divisioni di classi e un amore omosessuale (l’elemento più interessante), ecco che questo capitolo si prende carico di faide interne e di legami ritrovati. Il motto della narrazione lo si potrebbe riassumere proprio così: l’unione fa la forza.

Peccato che l’ombra di Stranger Things aleggi in modo stridente (la brillante protagonista Sadie Sink, tra l’altro è un volto della serie) e che si lasci troppo spazio alla retorica insoffribile del melodramma. Anche se questo particolare negativo non basta per penalizzare FS:78, e nemmeno la sequela di omicidi telefonati o prevedibili svolte narrative che niente tolgono o appongono all’universo slasher.

Basterebbe la sola colonna sonora, monumentale e  classy – al di là della straordinaria dose di intrattenimento e violenza cheap – a promuovere questo nuovo prodotto Netflix. Del resto, chi meglio di David Bowie potrebbe impersonare e musicare gli orrori di un topico coming-of-age?

Fear Street Part 3: 1666 è in arrivo su Netflix il 16 luglio:

(756) FEAR STREET PART 3: 1666 | Official Trailer | Netflix – YouTube