Era il 29 ottobre 1941 quando Winston Churchill (1874–1965), Primo Ministro del Regno Unito, in visita istituzionale ai giovani studenti inglesi della “Harrow School” di Londra, dove da giovane era stato uno dei suoi allievi più brillanti, tenne un discorso nel quale pronunciò queste parole: «The pessimist sees the problems in every opportunity. Whereas the optimist sees the opportunity in every problem … Never give in, never give in, never, never, never, never; in nothing, great or small, large or petty; never give in except to convictions of honor and good sense» («Il pessimista vede i problemi in ogni opportunità. Invece l’ottimista vede l’opportunità in ogni problema … Non arrenderti mai. Non arrenderti mai. Mai, mai, mai, mai; in niente, grande o piccolo, importante o insignificante. Non arrenderti mai, se non di fronte ai tuoi principi e al buon senso.»).
Potrebbero essere queste parole l’incipit per scrivere di questo bellissimo film storico-biografico scritto e sceneggiato da Anthony McCarten, che ci riporta indietro nel tempo facendoci comprendere, ancora oggi, il travaglio dell’animo umano dei nostri più grandi uomini di fronte al baratro della fine più crudele e spietata quale fu quella minacciata agli inglesi e all’Europa intera dal regime nazista di Adolf Hitler. Il pessimismo o l’ottimismo, la speranza o la disperazione, la fiducia o lo scetticismo, la vittoria o la sconfitta, la libertà o la schiavitù? Furono questi dubbi che attanagliarono Churchill nelle notti nelle quali dovette decidere, per il Regno Unito, ma anche per l’intera Europa, se soccombere oppure reagire, se accettare un iniquo armistizio o attaccare il nemico nazista con tutte le forze.
L’ora più buia, diretta da Joe Wright, racconta tutto questo, e lo fa proprio bene, con un interprete straordinario e molto efficace nel trasmettere pathos ed emozioni, il candidato al premio Oscar 2018 quale miglior attore, Gary Oldman.
La narrazione filmica di quegli accadimenti, e dei conflitti interni ai partiti inglesi per decidere la strada da percorrere, si conclude con il discorso che il 3 giugno 1940 Churchill tenne alla Camera dei Comuni, che portarono il parlamento del Regno Unito a fare la scelta che salvò l’Europa dal nazismo… «… Abbiamo di fronte molti molti lunghi mesi di lotta e sofferenza… Andremo avanti fino alla fine. Combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e sugli oceani, combatteremo con crescente fiducia e crescente forza nell’aria, difenderemo la nostra isola, qualunque possa essere il costo. Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sulle piste d’atterraggio, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline. Non ci arrenderemo mai… perché senza vittoria non può esserci sopravvivenza.»
Furono le grandi abilità oratorie di Churchill a far pendere la bilancia per la scelta politica più dolorosa, ma che si rivelerà anche la più giusta. Quelle straordinarie abilità oratorie e narrative di quello che fu anche lo scrittore Winston S. Churchill (lo pseudonimo che utilizzò quale artista), che nel 1953 lo condussero a vincere il Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione: «His mastery of historical and biographical description as well as for brilliant oratory in defending exalted human values.» («Per la sua padronanza nella descrizione storica e biografica, così come per la brillante oratoria in difesa dei nobili valori umani.»)
Articolo a cura di Andrea Giostra