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Kakegurui – oltre il fanservice c’è di più

Kakegurui è l’anime distribuito da Netflix e nato dall’omonimo manga di Homura Kawamoto già accompagnato da diversi spin-off.

La storia di base non è niente di innovativo, con il classico canovaccio dell’istituto scolastico privato dove giochi di potere decidono chi sta in cima e chi ai piedi della piramide di potere. In questo contesto si inserisce la classica outsider, la studentessa sconosciuta che ribalterà il sistema.

Se sa di già visto non vi sbagliate affatto. Il fanservice è, ugualmente, quello d’ordinanza in produzione simili: ragazze rigorosamente prosperose, gonne borderline, fluidi e movenze a dir poco ammiccanti

Fortunatamente, in Kakegurui oltre il fanservice c’è di più

fanservicePer dire.

Il comparto tecnico è davvero notevole, con colori, animazioni e musica notevoli. In tal senso, la sigla di apertura Deal with the devil è perfetta summa della serie, e non a caso anticipa gli scontri a cui la bella protagonista sarà sottoposta. Kakegurui fa sfoggio anche di una computer grafica mai invadente, ma capace di infonder ancor più dinamicità nei vari ‘combattimenti’.

Uso il virgolettato, perchè di gioco d’azzardo si parla, ma nella serie il gioco è la vita per alcuni personaggi, e le proprie capacità in esso segnano la posizione sociale di tutti. In palio, non solo soldi a palate, ma anche la dignità, la salute, persino la vita.

La tematica è interessante, vista dal punto di vista di una giocatrice ossessivo-compulsiva con intelligenza sopra la media. Vero, soffre dell’ impianto un po’ prevedibile da Monster of the week (sfida-apparente situazione insormontabile-vittoria inaspettata al gioco di turno), ma Kakegurui sa intrattenere e le esplosioni di espressività dei personaggi sono davvero divertenti.

Non cercateci però chissà che approfondimento psicologico o studio della natura umana. L’idea di basa potrebbe permettere spunti a riguardo, ma questo non è quel tipo di anime.

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.