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Che cosa fai a Capodanno? – la trasgressione, l’assenza e la black comedy

Dal 15 Novembre, Cosa fai a Capodanno? è disponibile nelle sale Italiane. Un film che sperimenta e si lascia influenzare da maestri come i Coen e Tarantino. Tra la trasgressione e l’assenza, Bologna cerca come risultato una black comedy che non trova una vera e propria identità.

E’ il 31 dicembre,mentre le radio parlano di una imminente tempesta solare,  i proprietari di uno chalet si preparano a salutare il nuovo anno in maniera insolita, organizzando una serata tra scambisti. Ad accogliere i singolari ospiti, Mirko e Iole, due ladri impacciati che dovranno fingersi i padroni di casa. Paradossalmente gli equilibri della storia non sono sconvolti dai due coniugi, ma proprio dagli ospiti, ognuno dei quali maschera di un certo disagio e portatore di segreti.

Tra i desideri di lasciarsi andare al richiamo del sesso e un furgone catering perso sulle montagne, la serata di Capodanno si prospetterà alquanto singolare per tutti i protagonisti, tra colpi di scena, prese di coscienza e battute.

Filippo Bologna dirige nel suo film d’esordio un cast eccezionale composto da Luca Argentero, Ilenia Pastorelli, Alessandro Haber, Vittoria Puccini, Isabella Ferrari, Valentina Lodovini, Ludovico Succio e Riccardo Scamarcio. Vincitore del Premio Strega nel 2009 e dopo aver contribuito a sceneggiare Perfetti Sconosciuti, Filippo Bologna fa un salto nel vuoto cimentandosi nella regia.

Potremmo dire bene ma non benissimo. La trama ricorda molto Perfetti Sconosciuti per unità di tempo e spazio: personaggi chiusi in un posto a fare i conti con se stessi, in un gioco di equivoci e comiche. In questo caso nello specifico, la storia è un ibrido di generi in cui i personaggi si ribellano alla propria condizione, a volte riescono a volte meno. Una condizione questa, che ricorda anche in un certo modo The Hatefull Eight, recente pellicola di Tarantino. Regista al quale Bologna sembrerebbe essersi ispirato, ma non è il solo. La pellicola ha il pregio di essere sicuramente audace, volendosi mostrare come una novità nel panorama italiano- che proprio in questo periodo comincia a sfornare i Cinepanettoni.

Non è un caso che infatti proprio il titolo dell’opera sia Cosa fai a Capodanno. Titolo che rimanda alle festività ma che difatti in realtà poco ne ha davvero a che fare. Una sorta di piccola burla. La novità consiste in parte nell’attingere a diverse fonti d’ispirazione per poter trovare una propria fonte: Tarantino, Coen, black comedy. Tuttavia, riesce davvero a trovare la propria dimensione?

Sicuramente il tentativo è ammirevole e come prima prova, non è assolutamente da buttare, ma il film è non è riuscito a trovare un proprio essere. Perde di vista troppo spesso il suo scopo: quello di divertire, è molto black e poco comedy. Tanti commenti moraleggianti sulla situazione italiana, sui migranti e sulla crisi economica nell’aria. Tali battute che sarebbero scritte anche bene, perdono di naturalezza e poco si sposano col contesto, affermate da alcuni personaggi che sono tipici.

Uno tra tutti, Jacopo (Ludovico Succio), che interpreta il tipo ex studente che inneggia contro i politici e anche un po’ “sfigatello”, che in realtà non si integra molto bene con gli altri personaggi. Dunque ogni problema, ogni moralità da lui urlate, risultano poco credibili, forzate e perbeniste. Il taglio che i dialoghi hanno, non è sempre cinico e/o satirico, al contrario, è spesso eccessivamente perbenista su tutto. Il cattivo è il vecchio burbero e il buono è chi difende i deboli, senza un vero e proprio dialogo che espanda queste idee. Botta e risposta.

Elementi principali il sesso e trasgressione, rinchiuse nell’assenza.  Sempre nominati, sempre protagonisti di allusioni, costituiscono anche i grandi assenti della storia, soprattutto il sesso. Tutti lo vogliono, lo cercano, ma di fatto nessuno lo raggiunge. Alla fine non verrà mai raggiunto arrivata la mezzanotte.

Il sesso è ciò di cui si parla di più in assoluto, se ne parla anche quando non lo si è nominato. E’ talmente tanto al centro di ogni pensiero e discorso, che i personaggi cercano un nuovo modo per goderselo: la trasgressione. C’è il guardone, c’è chi cambia compagno di letto, ci sono i neo-sposi che provano lo scambismo per la prima volta. Una trasgressione, una novità nel grigiore di una vita. Ed è un qualcosa che attira ed è cercato, più non arriva, più si cerca. Più volte i protagonisti ribadiscono le loro intenzioni ” Che senso ha rivestirci, tanto dopo ci dobbiamo spogliare”, ” Sono le 23, quando iniziamo?” “Direi a mezzanotte”. Lo stesso albero di Natale nello chalet è addobbato con preservativi e simboli fallici.

Tutto è un richiamo al piacere che sembra unire tutti i protagonisti. Alla fine in realtà, arrivata la mezzanotte, nessuno ha concluso nulla. Questa novità non è stata provata. I personaggi per una serie di eventi, abbandonano ogni impulso sessuale e vengono a patti con se stessi. Ognuno di loro, così’ forti e sicuri in apparenza, mettono in evidenza come in realtà, in tempi oscuri come questi, noi siamo deboli. Ci rifugiamo dietro al brivido per l’ignoto, il mistero, la novità, ma alla fine, ognuno se la deve vedere con se stesso. In questo sicuramente Bologna può dire di esserci riuscito. Molto contribuisce in questo anche la bravura degli attori, in quanto il cast non è sicuramente il primo  venuto.

Insomma, Cosa fai a Capodanno? è un film che sicuramente farà discutere, per alcuni punti positivi e altri negativi. Nonostante questi ultimi, è comunque una pellicola che va apprezzata per il tentativo di cambiare e andare oltre quello che si è già visto in Italia.

Articolo a cura di Lagertha