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Air – La storia del grande salto, la recensione

“Air – La storia del grande salto” parla dell’incredibile partnership rivoluzionaria tra l’allora rookie Michael Jordan e la neonata divisione di basket di Nike che ha rivoluzionato il mondo dello sport e della cultura contemporanea con il marchio Air Jordan.

Ben Affleck torna dietro la macchina da presa e ci regala il suo film migliore, senza dubbio. Parliamoci chiaro: il poliedrico Affleck ci ha abituati bene coi suoi lavori da regista. Nel 2007 ha conquistato critica con Gone Baby Gone, ha confermato il suo talento con The Town nel 2010 ed è arrivato  agli Oscar col bellissimo, ma imperfetto, Argo nel 2012. Dopo questi filmoni gli perdoniamo lo scivolone del 2016 con La legge della notte, specialmente dopo aver visto oggi “Air -La storia del grande salto”. Scomodiamo la parola capolavoro? Sì, dai.

Un grandissimo film dal ritmo incalzante, con nessun tempo morto e una storia veramente interessante.

Anche se sulla carta sembra essere la storia meno incisiva tra quelle raccontate da Affleck regista, a conti fatti è il suo lavoro più solido. “Air – La storia del grande salto” rappresenta come dovrebbe essere il cinema: ispirato e ispirante, divertente, istruttivo, emozionante ed estremamente motivazionale.

Non ci troviamo davanti a un film su delle scarpe, ma su persone che hanno fatto la storia: rischiare, investire, scommettere anche quando nessuno crede in te…Vincere. Ancora più importante il fatto che sia una storia vera, autorizzata da Michael Jordan stesso. Lo sportivo,  interpretato da Damiano Delano Young, appare solo di spalle, di taglio, come un’entità. Interessante questo aspetto che dà ancora più importanza e mistero a Jordan, puntando l’occhio di bue sulla mente della famiglia, sua madre Deloris interpretata da una meravigliosa Viola Davis.

Affleck ti fa immergere negli anni ’80 sin dai titoli di testa, quando presenta tutte le icone di quegli anni. Il pubblico viene catapultato da subito nella storia, tra skateboard, spandex e pettinature improbabili. Ottimo il cast di fuoriclasse, capitanato da Matt Damon nei panni di Sonny Vaccaro che ci regala una scena da pelle d’oca con un monologo emozionante. Degni di nota da Jason Bateman (Rob Strasser) e il divertente Chris Tucker (Howard White). Irresistibile Ben Affleck nei panni del boss Phil Knight, dimostrando di essersi affinato anche come attore.

Che dire, tutti i personaggi sono adorabili e ispirano il prossimo: poca negatività e passività, tutti si muovono mossi da determinazione, successo, intelligenza senza sgambetti vari a nemici e concorrenza. Lasciano parlare il loro lavoro e vincono, indipendentemente dalla loro posizione. Sarà una favoletta? Probabile, ma va benissimo così.

Splendida la fotografia del grande Robert Richardson, dinamico il montaggio di William Goldenberg e irresistibile la colonna sonora che contiene i più grandi successi di quegli anni. Ben Affleck si conferma veramente un eccellente regista, mai banale, ed è curioso come risolve certe scene.

“Air – La storia del grande salto” è il capolavoro che non ti aspetti, uno di quei film motivazionali che ti entrano con delicatezza e incisività sottopelle rimanendo con te nella vita di tutti i giorni. Sarà uno dei protagonisti alla prossima stagione dei premi? Me lo auguro.