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Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, la recensione

Un bardo fugge dalla prigione in cui è stato rinchiuso per due anni insieme a una barbara. I due si uniscono a un giovane stregone imbranato e a una druida formando una squadra che cercherà di recuperare una reliquia perduta. Le cose vanno male quando si scontrano con le persone sbagliate.

E’ nelle nostre sale “Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri”, nuova trasposizione cinematografica dell’omonimo gioco di ruolo. Dopo il fallimentare “Dungeons & Dragons – Che il gioco abbia inizio” nel 2000, dove il pubblico avrebbe preferito chiudere la partita sin da subito, ci riprovano i registi John Francis Daley e Jonathan Goldstein (Game Night – Indovina chi muore stasera?) e il risultato è a dir poco soddisfacente!

Divertentissimo, avvincente, epico, ben costruito. Onora e celebra il gioco di partenza, ma allo stesso tempo non ignora i profani.
Regé-Jean Page, Michelle Rodriguez, Chris Pine, Sophia Lillis e Justice Smith

Ebbene sì, sembra di vedere sin da subito una classica partita di D&D: spassosa, adrenalinica, piena di missioni da superare e posti da sbloccare. In certi punti ti sembra di sentire proprio il master parlare, tipo nelle spiegazioni del paladino. L’ironia c’è, ma è perfettamente bilanciata tra tutti i personaggi che per una volta li troviamo tridimensionali, con un trascorso ben definito, una personalità ben spiccata. Il pubblico riesce ad affezionarsi a loro e a preoccuparsi per le loro vite. Il ritmo, poi, è incalzante e non annoia mai anche se la durata è abbastanza importante visto che dura più di due ore.

Ci viene presentato un mondo straordinario governato da categorie diverse: il bardo per una volta non fa da spalla comica ma è protagonista, poi troviamo il paladino, la druida, uno stregone diverso dal solito, una barbara veramente temibile. C’è l’imbarazzo della scelta! Ottima la ricostruzione e spettacolari le scene d’azione, orchestrate in maniera ineccepibile.

“Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri” molto probabilmente è il primo fantasy indimenticabile dai tempi di Stardust.
Hugh Grant è Forge

Per una volta non si esce dalla sala vogliosi di qualcosa in più o con la delusione di aver visto milioni di dollari utilizzati a caso. Il cast è perfettamente a piombo dov’è impossibile dire chi sia il più indimenticabile. Sicuramente degno di nota Hugh Grant, divertentissimo e divertito nei panni di Forge: l’attore inglese sta vivendo una seconda carriera da villain ed è irresistibile. Bellissimi i costumi Amanda Monk, alla sua prima produzione importante, e grandiosa la colonna sonora di Lorne Balfe, il quale ha all’attivo ben 167 titoli come compositore.

Inutile dilungarsi visto che ci troviamo di fronte a un film di intrattenimento praticamente perfetto: coinvolge, diverte, emoziona, fa gasare e ti fa desiderare altri due sequel. Promosso a pieni voti!