Determinato a garantire che il sacrificio di Superman non sia stato vano, Bruce Wayne unisce le forze con WonderWoman con l’intenzione di reclutare una squadra di eroi per proteggere il mondo da una minaccia imminente di proporzioni catastrofiche.
Approda su Sky Cinema e in streaming su Now l’attesissimo Justice League nella versione di Zack Snyder, regista che abbandonò la lavorazione del film omonimo in seguito a un grave lutto familiare facendo subentrare in cabina di regia Joss Whedon che cambiò molto rispetto l’idea originale. Il risultato di allora? un mostro di Frankenstein decisamente zoppicante e non riuscito. Questa nuova versione, una director’s cut di quattro ore, è stata voluta caldamente non solo dai fan, ma anche da membri del cast e della troupe.
Monumentale, cupo, epico, questo è l’esempio di come fare un film corale di supereroi.
Inaspettatamente il film non annoia per tutta la sua durata visto che non ha un punto morto e ogni scena serve ai fini della storia. Non è un film pretenzioso, ma una lettera d’amore appassionata ai supereroi firmata da Snyder il quale in passato, comunque, ci ha regalato ottimi film come Sucker Punch e Watchmen. Altro pregio del minutaggio è che non rende il lavoro frettoloso, si prende i suoi tempi per raccontare ogni singolo passaggio e ne giovano anche i personaggi, mai così tanto tridimensionali. Così deve essere un film corale: ogni eroe ha la propria dimensione, la propria identità e non mancano fantastiche scene d’azione di epicità pazzesca.
Per una volta non troviamo un gruppo appiattito. Ognuno ha il proprio universo – già visto nei film stand alone – che qui viene sviluppato nella prima metà e poi fuso con gli altri. In tutto questo l’aspect ratio 4:3 dà al film quel tocco autoriale vintage e ne giova in appeal. Certo, quattro ore sono tante e lo spettatore potrà trovarle eccessive, ma è eccellente l’utilizzo del tempo a parte qualche sequenza en ralenti in solitaria di troppo che viene perdonata. Si può, comunque, gustare tranquillamente come una mini-serie.
L’assenza di tutta quella comicità fastidiosa, aggiunta nella versione cinematografica da Whedon, è una grande boccata d’aria. Zack Snyder’s Justice League non si comporta come l’amico simpatico che vuole far divertire a tutti i costi. Quelle poche battute funzionano, ma sotto c’è molto altro. Ogni storyline funziona in modo convincente, anche quella dei comprimari che erano insipidi nella precedente versione. Un esempio su tutti? Indubbiamente Cyborg con una storia di grande dolore e sofferenza. Un moderno “mostro” di Frankenstein che conquista lo spettatore e che dimostra di meritare di stare lì come un Superman o Aquaman. Non è semplice contorno.
Altro grandissimo pregio è il fatto di vedere finalmente un personaggio femminile sullo stesso piano di quello maschile. Snyder ci ha fatto vedere che sa dare voce alle donne e anche qui non si smentisce. WonderWoman è sullo stesso piano di Batman, se non più importante, e non sta lì come semplice quota rosa del gruppo, come capita praticamente sempre. Non c’è, poi, over sessualizzazione con sketch di cattivo gusto come successo nella versione di Whedon.
Zack Snyder’s Justice League è il bignami del cinecomic, le dieci tavole sui supereroi.
Ottimo il cast, sfruttato al massimo, con un perfetto Ben Affleck come Bruce Wayne, la sempre di più convincente Gal Gadot come WonderWoman, il tamarro e molto fisico Jason Momoa come Aquaman, lo spezzato – sia dento che fuori – Ray Fisher come Cyborg e il simpatico Ezra Miller come Flash. Henry Cavill si conferma, anche lui, il miglior Superman che si potesse desiderare. La compagine di comprimari è di tutto rispetto, e di gran lusso, come Amy Adams, Diane Lane, Jeremy Irons, Willem Dafoe, Connie Nielsen, Jesse Eisenberg. Convince, finalmente, Jared Leto nei panni di Joker che dà finalmente una performance misurata che non sfocia nell’over acting. Questa è la sua redenzione dopo il mediocre Suicide Squad e la sua scena è potente, vale quasi tutto il film.
Questo Justice League è puro intrattenimento che non ha fretta, e neanche annoia. Emoziona sapere che abbia visto finalmente la luce dopo tutto questo tempo, tra la cocente delusione della precedente versione e il grave lutto di Snyder (commovente la dedica finale). Inaspettatamente è il film meno borioso del regista dove non filosofeggia e non vomita inutili paroloni.
Zack Snyder’s Justice League è sicuramente il film di riferimento per l’universo DC: monumentale, mastodontico e tanto epico. Ha le sue ingenuità di scrittura, ma quale film Marvel non ne ha? Un kolossal pieno di carattere e personalità, possiamo essere solo felici.