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Z for Zacharian

Improbabile vedere nelle nostre sale un film dal sapore indie e intimista come Z for Zacharian, ispirato all’ omonima opera cartacea (ma con sostanziali differenze).

Onestamente, il titolo finisce nella categoria ‘Sci-fi’ con difficoltà, essendo la fantascienza totalmente assente, fatta eccezione per il tipico scenario post-apolcalittico, che ha lasciato la terra praticamente priva di umani.

Ann viva in una vallata quasi paradisiaca, priva di radiazioni ma in totale solitudine, fino al giorno in cui incontra John, quello che -potrebbe- essere l’ultimo uomo sulla Terra.

I poster già spoilerano: non è così, ne nascerà presto un triangolo fatto di tensioni, non solo sessuali, con al centro la Ann ben interpretata da Margot Robbie; bravi anche i ragazzi, le cui interazioni lasciano spazio anche a tematiche complesse come il razzismo e la religione.

Il problema di fondo è uno: davvero troppo poco accade in 1h 38m, trasformando il film in N per Noia per buona parte degli spettatori.

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Non meno grave, per quanto di finzione cinematografica si parli, è straniante vedere in un film post-apocalittico dei degli attori che sembranoi usciti dalla copertina di una rivista fashion: a tratti, vi sembrerà di vedere su schermo Ejiofor, Barbie e Ken. Peccato.

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.