Gemma (Imogen Poots) e Tom (Jesse Eisenberg) sono una giovane coppia che cerca da mesi la casa perfetta dove iniziare il resto della loro vita insieme.
Si affidano quasi casualmente ad un agente immobiliare di nome Martin che li conduce in una zona residenziale a metà strada tra l’isolotto Seahaven di Truman Burbank e la periferia di Suburbicon. Dopo aver visto un appartamento del tutto identico alle altre case, vengono inspiegabilmente abbandonati da Martin. Ed è a questo punto che inizia il loro incubo. Soli, in un inferno color pastello, i due giovani non riescono ad uscire dal quartiere e sono costretti a passare la notte in quella casa. Il giorno dopo, a coronare il tutto, ricevono un neonato che dovranno allevare, in cambio della loro libertà.
Thriller “sociale” e surrealista, Vivarium è il secondo film di Lorcan Finnegan dopo Without Name del 2016.
Un pregevole esercizio di stile allegorico e orrorifico che ha come fine quello di stigmatizzare i valori fondanti della società capitalistica del “produci, consuma e crepa”. Estetica magrittiana e atmosfere kafkiane, la pellicola sembra una perfetta via di mezzo tra Black Mirror e Ai confini della realtà.
La giovane coppia e con loro gli spettatori si trovano incastrati loro malgrado in un futuro già scritto, predisposto. Un marito e una mogliettina, una casa in periferia e un figlio da far diventare uomo. Non è un caso che Tom sia un arboricoltore e Gemma una maestra.
“Quality family homes. Forever.” dice il cartello promozionale del quartiere residenziale di Yonder dove sono rimasti intrappolati, e quel “forever” ora mette realmente i brividi.
Le qualità principali del film sono i toni grotteschi della sceneggiatura ben scritta e ben interpretata dai due protagonisti e una regia elegante e geometrica che attinge da Jonze, Gondry e ovviamente Kaufman.
Passato tra le proposte della Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2019, Vivarium è disponibile su Sky e a noleggio sulle principali piattaforme streaming.