Sezione: Fuori Concorso
Appena comincia a parlare Tommaso si manifesta come un’entità forzata, fuori contesto rispetto alla realtà circostante.
Il Tommaso interpretato da Kim Rossi Stuart (che è anche regista e sceneggiatore) è incapace di instaurare relazioni, ora che quello con Chiara è terminato, è alla ricerca di nuove strade e di una libertà per il suo io bloccato.
Il grande problema di Tommaso non è tanto il soggetto quanto la mancanza di credibilità di un personaggio ossessionato dal desiderio di una relazione appagante; dalla sua verbalità a come si muove è un procedere irritante e sconclusionato. Kim Rossi Stuart si maschera maldestramente da Nanni Moretti: l’aspetto, i dubbi e i vuoti, la ricerca di qualcosa che si è spezzato nella propria anima, la possibilità di ritrovare il bambino in lui smarrito.
Se l’intento era far emergere la componente psicanalitica di un uomo che si dimena per ritrovare l’episiodo che lo ha segnato il risultato non si vede: è un percorso vuoto e fastidioso che si riavviva quando Tommaso incontra Sonia, una ragazza senza filtri che sembra riaccenderli emozioni forti, ma la deviazione, sebbene Camilla Diana sia divertente nel ritrarre l’atteggiamento di una femmina che gioca a destabillizare, non regge a lungo: è l’ennessima parentesi di una narrazione che per prima ha bisogno di convincersi della sua onestà.
Tommaso di professione fa l’attore, il secondo lungometraggio di Kim Rossi Stuart segue il suo personaggio: è una recita opaca sul percorso introspettivo di una persona che appunto sembra stia davvero recitando.