Nocturnal Animals

Sezione: Venezia 73


Chi sono gli animali notturni del secondo lungometraggio di Tom Ford (A single man)? Teppisti, deboli, egoisti, indifferenti: tutti hanno a che fare con il peso delle proprie decisioni.

Nocturnal Animals sfrutta i nostri habitat quotidiani e la potenza delle parole per descrivere una storia che mescola amore, ferocia, delusione e vendetta in una resa dei conti che presto o tardi arriverà per tutti.
Susan Morrow (Amy Adams) è una mercante d’arte di Los Angeles che conduce una vita agiata quanto vuota assieme al marito Hutton (Armie Hammer). Un giorno riceve dal suo ex marito Edward Sheffield (Jake Gyllenhaal), con cui non ha rapporti da anni, un pacco contenente il manoscritto di un libro scritto da Edward che chiede la sua opinione; il titolo del romanzo è appunto Nocturnal Animals ed è dedicato a lei.

La narrazione come per capitoli si articola su due binari: la storia del romanzo che racconta di un uomo in viaggio con famiglia affrontare un avvenimento drammatico; e la storia di Susan, che mediante quelle pagine ripenserà al rapporto con Edward e ad alcune scelte traumatiche  della sua vita. Fin dalla prima lettura Susan è colpita dal contenuto del racconto, a tal punto da turbarla nel profondo. I profili di Susan e Tony, il personaggio del romanzo interpretato sempre da Gyllenhaal, sono enormemente distanti. Lei circondata dal lusso che si manifesta in forme ampie, arredi impeccabili  e tonalità nitide, essenziali ma senza sussulti e battiti come se Susan fosse in una bolla che però non la protegge da un isolamento interiore ancora prima che pubblico. Lui un uomo buono e dolce, realmente indifeso e smarrito dinanzi a certi eventi.

Il contrasto tra queste due persone è evidente: eppure anche se il mondo di Susan è luminoso (seppur  superficiale) mentre quello di Tony polveroso, straziante e sporco, entrambi dovranno affrontare le proprie paure e il proprio dolore; Tom Ford mantiene salda la duplice componente drammatica con una fotografia precisa e funzionale  a quella tensione costante ma non urlata che è l’anima di Nocturnal Animals assieme al sottile desiderio di vendetta, non tanto come reale volontà di perpetuare sofferenze quanto  nell’illudere l’altro che possa esserci un nuovo inizio, il miraggio di un orizzonte libero dai sensi di colpa.
La sceneggiatura non cerca l’ornamento, è sommessa ma mai banale, riesce con coerenza ad evidenziare come responsabilità e dedizione siano due valori che se non coltivati possono inquinare le relazione personali.

Si distingue in un film che fa perno sulla crudeltà e sul rancore l’insolita flemma con cui il personaggio di Michael Shannon affronta gli eventi ed una quotidianità tribolata.

– Nocturnal Animals è basato sul  romanzo Tony and Susan di Austin Wright –

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Redattore

- Il cinema per me è come un goal alla Del Piero, qualcosa che ti entra dentro all'improvviso e che ti coinvolge totalmente. È una passione divorante, un amore che non conosce fine, sempre da esplorare. Lo respiro tutto o quasi: dai film commerciali a quelli definiti banalmente autoriali, impegnati, indipendenti. Mi distinguo per una marcata inclinazione al dramma, colpa del Bruce Wayne in me da sempre. Qualche gargamella italiano un tempo disse che di cultura non si mangia, la mia missione è smentire questi sciacalli, nel frattempo mi cibo attraverso il cinema, zucchero dolce e amaro dell'esistenza -