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Twist (2021) – La Recensione

Tra le strade di una Londra contemporanea e un po’ assopita, si aggira un giovane appassionato di street art e di parkour.

Oliver Twist (Rafferty Law) salta da un tetto all’altro e si aggira furtivamente tra i palazzi della metropoli per esprimere la sua arte. Il giovane è un orfano e vive con gli espedienti del quotidiano, ma è appassionato d’arte pittorica sin dall’infanzia grazie alla madre e col tempo è diventato un ottimo writer, capace di attirare l’attenzione di due suoi coetanei che decidono di toglierlo dalla strada e accoglierlo nella ‘famiglia’ di Fagin (Michael Caine).

Anziano ladro di opere d’arte, l’uomo ha messo su una banda di giovani e abili ladruncoli per organizzare il furto di un quadro di Hogarth. Con loro anche la perfida e pericolosa socia Sikes (Lena Headey) che non vede di buon occhio l’ultimo arrivato.

Rivisitazione in chiave moderna del romanzo di Charles Dickens del 1838, Oliver Twist, la pellicola è stata diretta da Martin Owen e coprodotta da Noel Clarke e Jason Maza (che recita anche nel film).

Heist Movie convenzionale che strizza l’occhio a film come Ocean’s Eleven e Now You See Me, questa pasticcio di genere, doveva essere una sorta di Dickens che incontra Assassin’s Creed, ma finisce col massacrare in un sol colpo: arte pittorica, parkour, letteratura e cinema.

Nel cast sciatto e mal diretto, anche nomi come Rafferty Law (figlio di Jude) e la cantante Rita Ora, del tutto improbabili nei loro rispettivi ruoli, anche per colpa di una sceneggiatura piatta e che sfiora il ridicolo in alcuni “twist” narrativi. Per il resto sfoggio di virtuosismi registi del tutto fuori luogo e acrobazie molto meno divertenti di quelle che si trovano su Tik Tok.

Più che brutto, inutile.