Trafficanti

Di storie incredibili che sembrano assurde gli Stati Uniti sono la patria. Quando hai a che fare con vicende del genere la grande sfida per un regista è la cifra con cui si decide di narrarle sul grande schermo.

La storia di Trafficanti (War Dogs in originale) è tanto vera quanto potenzialmente assurda. Basato su un articolo di Guy Lawsondel intitolato “Arms and the Dudes” e pubblicata nel 2011 sul Rolling Stone Trafficanti racconta la vicenda di due ragazzi poco più che ventenni che nel post 11 settembre si arricchirono sfruttando un’attività del governo che permetteva a chiunque di sottoscrivere contratti con l’esercito americano per la vendita delle armi. Insomma il gruppo ristretto delle solite lobby si allargava al cittadino comune. I giovani in questione sono Efraim Diveroli (Jonah Hill) e David Packouz (Miles Teller) che all’apice della loro “carriera” si troveranno a gestire un affare da 300 milioni di dollari per armare l’esercito afgano.

Alla regia c’è Todd Phillips (Una notte da leoni, Parto col Folle) ma a dispetto della locandina e dei trailer qui non c’è una celebrazione edonistica dell’esuberanza, degli eccessi e degli egoismi. Phillips lo mette subito in chiaro per mezzo di toni (sia cromatici che musicali) dimessi e chiaroscuri. Segreti, ambiguità, bugie non un valore per sopravvivere e godere del sogno americano ma un filo pericoloso che i due crederanno di gestire senza intoppi.
Il personaggio
di David Packouz è lo sguardo di Todd Phillips su un mondo cinico, senza morale e nauseante: una scenario che il regista narra con equilibrio, senza sussulti, delineando per capitoli gli aspetti di un sistema vizioso dove non contano gli ideali perché “la guerra è un’economia” e allora non è sbagliato cogliere un’opportunità che il tuo stesso paese offre. In questa realtà come dice l’impassibile e astuto Efraim interpretato da un solidissimo Jonah Hill le briciole possono diventare la parte migliore della torta.
L’America è la terra delle possibilità: questi due ragazzi hanno interpretato il sogno americano inseguendone le vie più contradditorie, affascinati da quello spazio di gloria dove però il sogno e l’ambizione diventano solo avidità.

Regia, sceneggiatura, dialoghi: in Trafficanti ogni aspetto funziona, ciò che manca è sentire fino in fondo la potenza dell’approccio riflessivo e di condanna che Todd Phillips ha voluto imprimere alla storia.

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Redattore

- Il cinema per me è come un goal alla Del Piero, qualcosa che ti entra dentro all'improvviso e che ti coinvolge totalmente. È una passione divorante, un amore che non conosce fine, sempre da esplorare. Lo respiro tutto o quasi: dai film commerciali a quelli definiti banalmente autoriali, impegnati, indipendenti. Mi distinguo per una marcata inclinazione al dramma, colpa del Bruce Wayne in me da sempre. Qualche gargamella italiano un tempo disse che di cultura non si mangia, la mia missione è smentire questi sciacalli, nel frattempo mi cibo attraverso il cinema, zucchero dolce e amaro dell'esistenza -